Su Snapchat quella diretta video, quel cane agonizzante con uno squarcio in gola e lui che infieriva a botte e calci finché del chihuahua non è rimasto che un rantolo. Fuori campo delle riprese urla e lamenti di raccapriccio di qualcuno che si era nascosto per non assistere a quel macello. Uno dei follower del 19enne dal cui profilo era trasmesso il video ha avvisato subito la polizia di Riverside, nel sud del Golden State.
Adesso quel giovane è a processo. L’indagine era scattata immediatamente per maltrattamento di animali, reato penale. Poi il cagnolino però, malgrado i soccorsi e i tentativi disperati dei veterinari, non ce l’ha fatta ed è spirato. L’autopsia sui suoi resti ha rilevato fratture alle ossa e al torace del piccolino. Il giovane, il cui video risale al febbraio 2021, è dunque alla sbarra per uccisione di animali.
Ai poliziotti l’accusato avrebbe detto di aver fumato marijuana e di ignorare cosa fosse capitato al cagnolino, di nome Canelo. In seguito, però, avrebbe confessato ammettendo di aver perso il controllo dopo che il cane lo aveva morso. Oltre alla polizia cittadina, le indagini sono state condotte anche dall’Fbi. Infatti la violenza contro gli animali integra crimine federale con condanne fino a 7 anni di prigione.