C’è anche l’inferno degli animali, nell’inferno in cui è precipitato l’Afghanistan ad epicentro Kabul dopo la presa del potere dei talebani a Ferragosto 2021. Ne sa ben qualcosa l’ex militare britannico Pen Farthing. Con la sua associazione Nowzad Dogs, Farthing si rifiuta di lasciare quel terreno martoriato senza prima aver visto salvare lo staff e i cani presenti nel rifugio che ha fondato e che cura.
Sono 71 le persone che collaborano al progetto di cura e salvataggio di circa 180 tra cani e gatti in difficoltà nel rifugio di Kabul. Tra loro una veterinaria, Hamida. Per loro Farthing ha chiesto al governo britannico il trasferimento e l’accoglienza. Intanto non sta con le mani in mano. L’ex militare, ormai da circa 15 anni impegnato ad aiutare i cani e gli altri animali, ha avviato una raccolta fondi. Obiettivo: affittare un aereo cargo con cui portare in salvo lontano da Kabul operatori e animali del rifugio.
La sua storia di impegno animalista è iniziata nel 2006. Lui e i suoi commilitoni si trovarono a riportare la pace, sì, ma in una rissa tra cani. Uno di loro si legò immediatamente al soldato, e lo seguì. Diventarono un binomio. Amici amici come spesso tra cane e uomo sa capitare.
Sei mesi dopo, quando il militare doveva rientrare in patria e intendeva portare con sé il suo amico a quattro zampe, incontrò tali e tante difficoltà da decidersi a fondare un’organizzazione no profit. Nacque così la Nowzad Dogs, per la cui attività Farthing ha ricevuto molteplici riconoscimenti internazionali. E adesso il progetto di salvezza è fuori da lì. Un aereo cargo per andarsene. Questo serve: un’Arca Nowzad.