“Sono rimasto lì dove mi hai lasciato per due giorni interi. Ho dormito sul ciglio della strada. Ero terrorizzato dal rumore delle auto, ma non mi sono mosso.”
“Poi qualcuno è arrivato per prendermi, volevano portarmi via, ma mio li ho morsi perché sai che ti sono fedele e ti aspetterò qui, qui dove mi hai detto di restare”.
Le parole di un cane abbandonato suonano più o meno così. Sono parole di chi ci crede ancora, di chi spera di rivedere nello stesso luogo in cui è stato lasciato, la sua mamma o il suo papà.
Grandi o piccoli, di razza o meticci: non ci sono fattori discriminanti che fanno la differenza tra un potenziale abbandono o una vita piena. I cani vengono abbandonati ad ogni età in ogni luogo del mondo, con maggiori probabilità in luoghi dove vi è molta ignoranza e povertà.
Purtroppo ad oggi, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, i cani e gli animali domestici continuano a venir abbandonati sulle strade, soprattutto durante l’esodo estivo. Più facile lasciarli lì, sotto il sole, terrorizzati dai rumori e dall’ambiente sconosciuto che non trovargli una sistemazione, anche temporanea e magari a pagamento, nel caso in cui non si possa portarli con noi.
Le storie di abbandono sono tante e tutte più o meno simili: i cani vengono legati al ciglio della strada oppure si cerca di sbarazzarsene in modi ancora più crudeli. Quanto sopravvivono, rimangono impietriti nello stesso punto in cui il loro umano li ha lasciati, speranzosi di poterlo rivedere, perché non capiscono, non capiscono e non sanno che i loro umani sono capaci di gesti simili.
Quando vengono adottati di nuovo, non dimenticano il loro primo umano: l’odore, il volto, il suono della voce… non li dimenticheranno mai. Ma poi si lasciano andare perché sono stremati e sperano in una vita nuova. No, non li meritiamo.
“Oggi ho mangiato perché avevo mal di pancia. Ho anche dormito in un letto molto morbido. E per sbaglio ho anche scodinzolato un po’. Mi dispiace tanto, ti prego di perdonarmi. È solo molto gentile con me.”