L’avevano chiamato Rocky perché ricordava loro il personaggio interpretato da Sylvester Stallone, per la tenacia con cui li proteggeva. Quei sei fratellini, quattro femminucce e due maschietti, ormai sono persone adulte ma non dimenticano la loro balia a quattro zampe, il cane che ogni mattina li accompagnava al bus che li portava a scuola, per poi tornare a prenderli al rientro. E guai a chi si avvicinava!
A raccontare la sua storia è Marie, una delle bimbe di quella famiglia che all’epoca viveva nei dintorni di Saint Pierre, in Francia, insieme al cane Rocky e a un’altra cagnolina, Belle, entrambi regalati da alcuni amici. Belle aveva un temperamento quieto. Rocky invece, benché buono come il pane, però aveva l’indole dell’angelo custode. Seguiva il gruppetto di fratellini passo dopo passo.
Marie racconta al portale francese Clicanoo di come quel cagnolino nero dal pelo forte li scortasse a passeggio senza lasciare avvicinare nessuno. Due metri era la distanza superata la quale Rocky iniziava a digrignare i denti fino a far allontare gli intrusi. Non ha mai morso nessuno, ha tenuto tutti alla larga malgrado la sua taglia medio piccola. Un’autentica balia con la coda, inflessibile quanto a rapporti sociali.
Non solo, perché Rocky aveva instaurato un rituale che nessuno gli aveva insegnato. Ogni mattina, accompagnava i fratellini fino alla fermata del bus, distante dieci minuti a piedi da casa. Poi, all’orario dell’uscita da scuola, tornava a prenderli.
Ogni sera, alle 18…
Massima attenzione, poi, alla sorellina più grande. Lei andava ormai al liceo, più lontano. I suoi orari erano più lunghi. E allora verso le 18 non c’era pioggia o vento che tenesse: Rocky si incamminava a riscontrarla per riportarla a casa sana e salva. Preciso come un orologio svizzero. Tutto solo, faceva attenzione ad attraversare la strada senza farsi investire come hanno scoperto gli altri fratelli una sera in cui decisero di seguirlo spiandolo da lontano.
Il cane cambiò abitudini solo dopo che la ragazza si trasferì più lontano per studiare. Ma a cuore di cane non si comanda. Non si sa come, Rocky aveva capito e andava ad attendere la ragazzina alla fermata del pullman che la riportava a casa nel fine settimana. Roba da perderci la testa, esclama Marie a ripensarci dinanzi ai cronisti.
Rocky per questi bambini di ieri rimane indimenticabile. Compagno di giochi, amico fedele, guardia del corpo e angelo custode, ha trovato la sua fine proprio per strada. Non perché fosse stato imprudente, sottolinea Marie, ma investito dall’auto guidata da un ubriaco uscita di strada. Rocky passava di lì e non ha potuto evitare l’impatto. Ma il suo ricordo è per sempre. Nessun altro cane, conferma Marie, si è mai più dimostrato tanto protettivo verso di noi. Rocky era eccezionale.