Le zampe posteriori prive di forze, il cuore che scandiva una frequenza debolissima a 50 battiti al minuto, la testolina gravemente traumatizzata dalle percosse: così la polizia ha trovato il cane Earl, più morto che vivo dopo che il suo umano lo aveva picchiato a morte. A chiamare le forze dell’ordine, per quelle vie dell’Oregon, erano stati dei cittadini che casualmente avevano assistito ai maltrattamenti.
Le pattuglie sono arrivate in fretta, raggiungendo l’auto indicata dalle persone. A bordo c’era lui, quel rimasuglio di cagnolino strapazzato. Una guardia di sicurezza, tra i testimoni della polizia, ha raccontato di aver visto il proprietario lanciarlo, picchiarlo e tentare di soffocarlo. Effettivamente ne portava tutti i segni.
La bestiola è stata sottratta al suo aguzzino, un uomo di 24 anni, a cui durante i controlli è stata trovata della droga. Il cane è stato trasferito di filato in clinica veterinaria, dove i medici nutrivano poche speranze di salvarlo. Il suo stato era critico. Quei 50 battiti al minuto non bastavano di certo, visto che il cuore di un cane delle dimensioni di Earl dovrebbe pulsare tra le 100 e le 160 volte ogni 60 secondi.
C’è il lieto fine. Il cagnolino si è ripreso, sta meglio e ha trovato l’amore che merita da uno degli ufficiali di polizia di Eugene che lo ha salvato. Lui si chiama Robert Rosales, e lo ha adottato. Il suo ex proprietario è stato processato per abuso di animali aggravato e possesso di droga, riportando una condanna a 30 giorni di carcere per ciò che ha fatto al cane, e a 10 giorni per possesso di stupefacenti.