Tutti conoscerete il cane di razza Akita Inu, Hachiko (si pronuncia Acicò!), divenuto celebre grazie al film in suo onore dall’omonimo titolo.
Il film del 2009 con Richard Geere, trae ispirazione dalla vera storia di questo cane e del suo umano, il professor Hidesaburō Ueno, agronomo giapponese.
Dopo la morte improvvisa di Ueno, Hachiko si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo, invano, alla stazione di Shibuya, dimostrando una fedeltà senza eguali.
Dieci anni sono infatti per un cane una vera eternità, ma Hachiko non ha mai esitato un solo giorno della sua vita e ha sempre atteso impaziente il suo umano venuto a mancare. Questa è forse la componente più drammatica della storia, il fatto che il cane non saprà mai che quell’uomo che aveva tanto amato, non lo aveva abbandonato, ma era semplicemente venuto a mancare.
Hachiko era un cane nato nel 1923 e morto nel 1935, conosciuto dai residenti locali come “Hachi”, che in giapponese significa “otto”. Solo successivamente al suo nome venne aggiunto il vezzeggiativo “Ko”.
La storia strappalacrime ha ispirato il famoso film che consigliamo a tutti gli amanti dei cani di guardare. Seppur con qualche differenza con la storia reale, la trama vuole ricordarci l’amore smisurato che un cane può provare per un umano e insegnarci a fare lo stesso con questi meravigliosi 4 zampe.
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