Abbiamo ricevuto in redazione una storia vera che ci dimostra ancora una volta la fedeltà del cane. Molte volte non ricambiata dagli umani.
“Nel 1967 mentre eravamo in vacanza in Puglia “ma abitanti a Torino” dai miei nonni. Mio nonno chiese a mio padre se tornando a Torino gli avrebbe potuto lasciare il cane che in quel periodo avevamo con noi perché avendo una masseria c’era una volpe che di notte entrava nell’aia e si mangiava polli e conigli. Mio padre sarebbe dovuto tornare in Puglia il mese dopo per fare vendemmia raccolta olive e altre cose. Mio padre a malincuore disse di sì…era il suocero. A fine vacanze tornammo a Torino senza il cane di nome Lassie. Dopo 3 giorni ricevemmo la telefonata che mio padre non avrebbe mai voluto ricevere. Era mio nonno che ci avvisava che Lassie era scappato. Mio padre pianse perché si sentiva in colpa per averlo abbandonato. Tornò giù in Puglia i primi di ottobre e del cane nessuno sapeva nulla. Passò un anno rassegnati a non vederlo più e con molti rimorsi perché da cucciolo aveva un problema che mio padre su consiglio del veterinario riuscì a risolvere contro ogni logica. Lessie amava mio padre. Poco prima di Natale una mattina mia madre in casa senti bussare alla porta. Era una vecchia abitudine di Lessie, quando doveva fare i bisogni, mettersi davanti la porta per chiedere di uscire e fatto quello che doveva fare tornava a casa bussando con la coda sulla porta. Mia madre apri la porta e trovò un cane molto malandato sporco e con le zampe che lasciavano impronte quasi di sangue sul pavimento. Lo fece entrare per dargli un pò d’acqua e da mangiare su consiglio di mio fratello che all’epoca aveva 8 anni. Più lo pulivano e più veniva fuori un bel pastore tedesco. Mio fratello lo riconobbe subito…”mamma ma è Lassie”. Mia mamma non ci credeva.
La sera tornò mio padre e si capii subito che infatti era Lassie. Si era fatto 1300 km a piedi in 15 mesi. Uscimmo su tutti i giornali dell’epoca….addirittura il settimanale Topolino ci dedicò 2 pagine con foto e servizio. Grandhotel e molti altri. Il finale però fu una tragedia. Andò via di casa e andò a vivere in una vecchia fabbrica in disuso vicino casa. Ci veniva a trovare di tanto in tanto ma non dormì più da noi. Morì da solo in quella fabbrica con un enorme dolore da parte di tutti. Il settimanale topolino ci premiò con una coppa d’argento con dedica e ringraziamenti. Che bestie siamo stati!”
Un triste finale che ha rattristato tutti. Sicuramente il povero Lessie avrebbe meritato una sorte migliore.