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Storie

La bimba sbranata dal Pitbull, i punti che non tornano e il “trend” dei cani aggressivi che non si registrava da anni



Avrete sicuramente sentito l’ennesima news di questi giorni, una tragedia consumatasi ad Acerra (Napoli) ai danni di una bimba di soli 9 mesi, improvvisamente sbranata dal Pitbull di famiglia.

Si tratta dell’ennesimo episodio, poiché di queste tristi storie, non se ne registravano da anni e oggi sembrano di nuovo essere un “trend in auge“.

Chi si ricorda le vicende simili nel periodo a cavallo tra gli Anni Novanta e Duemila? Stesse dinamiche, ma  che avevano come protagonisti esclusivamente cani di razza Rotweiller, poi successivamente abbandonati in canili o peggio soppressi. Oggi i Rotweiller sono stati sostituiti da cani di razza Pitbull, molto più diffusi e oggi purtroppo nel mirino mediatico dei “cani pericolosi”.

Ma come è possibile che esistano dei periodi nei quali tali vicende a danni di persone inermi e bambini si ripetano così tanto, da diventare appunto un trend mediatico? Come è possibile che improvvisamente si inizino a registrare episodi molto simili fra loro in tutta la Penisola e anche all’estero?

La domanda che dovremmo porci è: sono i media a dare risalto solo a certe notizie in certi periodi di tempo, o effettivamente esistono dei fattori scatenanti che fanno letteralmente impazzire cani più soggetti?

Porsi tale domanda non è solo legittimo, ma aiuterebbe anche a fare chiarezza ed evitare tante parole inutili e generalizzazioni pericolose.

Le tv e i giornali oggi non parlano d’altro, se non della presunta pericolosità di alcune razze, in primis quella dei Pitbull.

Nel frattempo proseguono le investigazioni per comprendere le ragioni dell’ultimo tragico episodio, costato la vita ad una neonata.

La piccola dormiva sul letto col padre, quando sarebbe stata aggredita. Il condizionale è d’obbligo perché alcuni punti rimangono oscuri.

Innanzitutto sono state ripulite le macchie di sangue sul luogo dove è avvenuta l’aggressione e in secondo luogo, è controverso il particolare della rottura dell’osso del collo, rottura che stride con quanto avrebbe dichiarato il padre della bambina.

Ancora, molto probabilmente, il giovane di 24 anni che aveva in custodia la piccola, era sotto effetto di stupefacenti, tanto da non sentire che il suo cane stava sbranando la piccola proprio su quel letto, dove dormiva anche lui. Ora l’uomo è indagato per omissione di cura e soccorso. 

Quello che è certo, è che il cane dell’uomo, era conosciuto per essere aggressivo con tutti, quindi non si esclude che sia stato addestrato per diventare un “cane da difesa“.

Come sempre, vogliamo sottolineare la pericolosità dell’addestramento per certe razze e soprattutto la pericolosità di affidarsi ad allevamenti non autorizzati per l’acquisto. Le certificazioni infatti, servono a tutelare in primis le persone che acquistano, ma anche ad attestare la piena sanezza dell’animale, anche in senso neurologico. Incroci improvvisati e non monitorati, potrebbero infatti essere una delle cause scatenanti di aggressioni improvvise.

Nel frattempo, l’alone di incertezze intorno a questa vicenda si infittisce, purtroppo così come le considerazioni errate sui cani, da sempre fedeli compagni dell’uomo, oggi di nuovo nel mirino mediatico come potenziali pericoli.

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