Questo è l’incipit di una scena parecchio divertente che mi è successa con Daisy alcuni mesi fa.
Dopo lavoro ho la percezione di avere sempre troppo poco tempo per svolgere le mansioni domestiche e rilassarmi, così, quando riesco, cerco di preparare e infornare la cena nella parentesi temporale tra il momento in cui varco l’ingresso di casa e quello in cui esco per la passeggiata serale con Daisy.
Quel lunedì mi misi d’accordo con una collega per ritrovarci a far giocare le nostre due cagnolotte nel parco sotto casa sua. Così, preparai tutto più in fretta del solito: polenta, sottiletta, salsa di pomodoro: tutto ben mischiato e amalgamato per ottenere un pasticcio pronto una volta finita la passeggiata. Perfetto! Forno acceso e tutti fuori!
Daisy era gia pronta sul pianerottolo con il collare e si stava avviando verso l’ascensore. Io con in mano tre lattine da buttare mi stavo destreggiando per infilare le chiavi nella toppa ma in quel momento una lattina mi scivolò e, per riprenderla, il mio dito scorse rapido sulla parte metallica affilata e il risultato fu una scena splatter in cui la mia mano in poco tempo si riempì di un rosso acceso. Constatato il danno, richiamai Daisy, che, vi ricordo, era già pronta in ascensore, attendendo intrepida il momento dell’uscita. Sentii però un rumore improvviso di porte che si chiudono e così l’ascensore scese rapido…con Daisy a bordo!
A quel punto, abbandonai le acuminate lattine sul pavimento e mi catapultai giù per le scale, con la mano sanguinante per recuperare Daisy il più presto possibile! Mentre scendevo i gradini di corsa, la luce si spense di colpo (il regista di questa scena per fortuna decise di evitare di inserire una caduta rocambolesca giù dalle scale: grazie regista, per la clemenza!) e per miracolo restai in piedi, tastai il muro per ritrovare l’interruttore più vicino e, quasi arrivata finalmente al piano terra, sentii l’unico rumore che speravo di non udire in quel momento: quello dell’ascensore che ripartiva per salire.
Pensando e forse anche pronunciando delle parole poco garbate ma molto adatte alla situazione, risalii nuovamente le rampe di scale di corsa e, una volta arrivata su, ritrovai Daisy un po’ spaesata e la carinissima vicina del primo piano che, dopo aver inconsapevolmente compiuto il furto del mio cane, aveva ben pensato di riportarla al piano giusto. Con la mano insanguinata ripresi la cagnolina girovaga e con un filo di voce ringraziai la vicina per la restituzione della mia coinquilina. Incerottata, con le lattine al sicuro in un sacchetto e Daisy ben vicina a me in ascensore, riuscimmo alla fine a raggiungere la mia collega, che era ormai arrivata sotto casa mia. Il tempo che avevo risparmiato infornando la cena con anticipo era stato poi impiegato con le corse su e giù dalle scale e la medicazione della mia mano, così l’Universo, grazie a noi, ha potuto ritrovare il suo equilibrio.
Fine Capitolo 14
(settimanalmente Federica ci racconterà un capitolo della sua vita con Daisy)
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