Era il 2017 e la signorina Wang si innamorava di un candido cucciolino in un negozio di animali. Un cane di razza Spitz Giapponese, le dissero. Il colpo di fulmine ormai era scoccato, e con 190 dollari ecco la ragazza e il suo cucciolo fuori dal negozio diretti verso casa. Alla giovane non pareva vero di aver concluso quell’affarone: una cane di razza può costare anche più di 1.000 dollari, e lei invece aveva speso un quinto di quella cifra per quell’esserino meraviglioso.
Tre mesi dopo, però, l’esserino meraviglioso era sempre un amore dolcissimo, ma non abbaiava. Gli altri cani ne erano terrorizzati. E quel pelo, poi, così lungo… la coda… Mentre la preoccupazione della Wang cresceva, a farne traboccare il vaso ci pensò proprio il cucciolo iniziando a rifiutare il cibo per cani. Al colmo dell’inquietudine la giovane decide di consultare uno specialista dello zoo di Taiyuan. All’esperto è stata sufficiente una visita rapida: quella palletta di pelo bianco era in realtà un cucciolo di volpe. Che fare?
La ragazza era disperata. Non aveva idea di come allevare una volpe, né se ciò fosse possibile. Né – anche – se fosse una decisione sana per il benessere del volpacchiotto. No: bisognava lasciarlo allo zoo dove avrebbe potuto esprimere almeno un po’ del suo spirito selvatico ormai intaccato da mesi di vita domestica. Col cuore a pezzi, la giovane ha consegnato il cucciolo allo zoo, dove è rimasto in quarantena per un mese prima di essere collocato in un habitat adatto a lui. Per la Wang lo zoo ha sempre i cancelli aperti: può andare a trovare la sua volpe ogni volta che lo desidera.