Su come quel cane da pastore si chiamasse è calato il buio della memoria. Non su cosa fece, però. Era il Messico del 1870. In una casa isolata vivevano un pastore e il suo cane che curavano un ampio gregge di pecore. L’uomo morì. Nella solitudine di praterie sterminate, senza famiglia, nessuno se ne accorse.
Due anni dopo, però, alcuni visitatori raggiunsero la casa e fecero la macabra scoperta di quel corpo ormai disfatto. Le pecore, però, erano in ottima salute. Il gregge era pasciuto, sereno. C’erano anche degli agnellini. Merito del cane che per tutto quel tempo aveva proseguito giorno dopo giorno a condurre il gregge al pascolo al mattino, per ricondurlo all’ovile per la notte.
Il cane aveva assolto talmente bene al suo compito che il gregge era cresciuto di numero. Il suo anziano amico umano ne sarebbe andato fiero. La storia di questo cane devoto e leale raggiunse le autorità messicane. Nel 1879 decisero di istituire una pensione che gli consentisse di proseguire la sua attività.