E’ l’incubo di ogni proprietario: vedere il proprio cane portato via mentre gioca felicemente in area cani. E’ bastato un attimo perché succedesse a una tenera bulldog inglese. Era di gennaio. Il proprietario aveva affidato la cagnolina a un conoscente, e durante la passeggiata e la sosta in area cani qualcuno l’aveva rapita. L’uomo aveva sporto denuncia, e per due mesi di quella piccola bulldog non si era più saputo nulla.
Poi, a marzo, un signore a spasso lungo le rive dell’Arno nota un fagotto marrone galleggiare in acqua. Era vicino a riva, così con l’aiuto di un ramo l’uomo riuscì a trascinare il fagotto all’asciutto. Lì, la macabra scoperta: si trattava non di un fagotto, ma del cadavere di un bulldog inglese. L’uomo telefona alle guardie zoofile Enpa, sotto choc, e loro recuperano il corpicino. Da lì gli accertamenti hanno fatto combaciare i dati del cane rapito con quelli del cane ritrovato. Cos’era successo in quei due mesi?
La polizia municipale, che aveva ricevuto in prima battuta la denuncia di rapimento, si è messa sulle tracce dei colpevoli. L’autopsia, condotta dall’Istituto Zooprofilattico, ha accertato che la cagnolina è morta in seguito ad avvelenamento. Tra le ipotesi prese in considerazione c’è anche quella legata al mondo degli allevamenti clandestini. Infatti, secondo gli investigatori, è possibile che l’animale, una femmina di tre anni, sia stata scambiata per una fattrice e quindi rubata a fini riproduttivi, senza sapere che la cagnetta era sterilizzata. Il sospetto è che i suoi aguzzini se ne siano voluti disfare dopo aver scoperto che non avrebbe potuto mettere al mondo alcun cucciolo e, quindi, diventare fonte di guadagni illeciti.