Il suo umano aveva scelto per lei la via della soppressione. Il suo cane Mara, una segugina di 5 anni, aveva avuto la sventura di ferirsi con uno spino durante l’allenamento di caccia alla lepre. L’infezione la divorava, ma il proprietario si rifiutava di curarla. Ormai non camminava più, si trascinava ed era piena di dolori.
Era luglio 2020. A un soffio dall’eutanasia l’hanno salvata i volontari Oipa di Treviso. E’ bastato uno sguardo: “Non si poteva lasciarla andare così, senza almeno provare a offrirle una seconda chanche. Ecco perché gli Angeli Blu hanno voluto aiutarla e hanno dato il consenso al suo intervento. E hanno fatto bene, perché contro ogni previsione, Mara si sta riprendendo in maniera incredibile”, raccontava l’Organizzazione nella nota dell’estate.
Oggi il risultato è che Mara zampetta lieta al guinzaglio. Sul suo musino è dipinto il ritratto della gioia: “Dopo essere stata operata e accudita con un percorso fisioterapico – si legge nel comunicato Oipa – finalmente Mara cammina e ha sempre tanta voglia di giocare e conoscere altri cani e grazie alla sua meravigliosa famiglia, che l’ha accolta senza riserve, passeggia con la felicità nel cuore, perché al suo fianco ora c’è qualcuno che la ama”.