Batte bandiera italiana la centrale mondiale di formazione dei cani bagnino che ogni anno, lungo i chilometri di coste italiane, salvano tanti nuotatori in difficoltà. E’ la Sics, Scuola Italiana Cani da Salvataggio, da trent’anni parte della Scuola Italiana di cinofilia sportiva. Sono 300 i cani brevettati da questa Scuola – la più grande del pianeta, con 16 centri di addestramento lungo lo Stivale – e riconosciuti dal Comando generale delle Capitanerie di porto.
E adesso, anche in questo periodo di restrizioni e pur se in vista di una stagione balneare con molte incognite, non smettono di allenarsi. Saranno pronti a tutto, quando torneremo sulle spiagge e tra gli ombrelloni, grazie a sessioni di training organizzate persino in casa, durante il lockdown innescato dalla pandemia.
L’identikit del perfetto cane bagnino
Amante dell’acqua, buono, socievole: eccolo il ritratto del cane bagnino, operativo col suo giubbino di galleggiamento equipaggiato con pettorine dal maniglione. Ci sono razze più adatte, certo: sono quelle che adorano l’acqua tra Golden Retriever, Terranova e Labrador, spesso con zampa plamata. Ciò non toglie che qualunque cane con capacità natatorie spiccate possa iscriversi ai corsi e affrontare l’anno di addestramento per ottenere il brevetto. Il tutto sempre in tandem col suo conduttore umano.
Salvano persone in acqua, operano al fianco della Guardia Costiera anche a bordo delle motovedette in pattugliamento, come volontari di Protezione Civile. Non si contano i riconoscimenti che questi cani eroi hanno via via ottenuto. Tra i più recenti c’è il Premio Internazionale per il Volontariato Città di Palinuro 2019, dove i salvataggi di vite umane nelle scorse estati si sono susseguiti con frequenza. Uno di loro, il terranova Sics di nome Reef, è stato poi il solo cane europeo chiamato a far parte del documentario statunitense SuperPower Dogs.