Incredibile e terribile allo stesso tempo, l’episodio che si è consumato in Texas, a pochi km a nord di Dallas.
Gunner è un Labrador di famiglia, anziano, ma sano, che vive nella fattoria dei Gilcrease, insieme ai suoi umani che lo amano e lo accudiscono.
Gunner viene lasciato libero di girare all’esterno della fattoria, negli sconfinati terreni circostanti. Quella sera, però, non ha fatto ritorno a casa.
Inutile dire che i suoi familiari si sono subito allertati andandolo a cercare. Passavano le ore, ma di Gunner nessuna traccia. Il suo papà ha guidato per quasi cinque ore nelle zone circostanti, chiamandolo a squarciagola, ma niente.
Improvvisamente un barlume di speranza: un mix Labrador di 13 anni era stato recuperato dal Linda McNatt Animal Care and Adoption Center, un rifugio della zona, dopo esser stato accalappiato per strada quella sera.
L’uomo che doveva recarsi lì la mattina seguente per recuperarlo, era tranquillo, poiché convinto che Gunner fosse in un posto sicuro. Il giorno dopo però, qualcosa comincia ad andare storto: il suo ingresso per riprendere il cane viene rimbalzato.
Il giorno ancora seguente, quando il signor Gilcrease si reca al rifugio, Gunner gli viene letteralmente restituito in un sacco. Gunner era stato soppresso.
In sole 24 ore gli addetti al rifugio avevano ucciso Gunner senza nemmeno preoccuparsi se potesse essere un cane smarrito.
In America purtroppo, questa è una realtà concreta, che miete la vita di centinaia di migliaia di cani ogni anno. L’eutanasia è legale e quando un cane viene recuperato da un rifugio, è molto probabile, che se non viene adottato entro brevi periodi di tempo, non ne esca più vivo.
La famiglia Gilcrease è caduta in uno stato depressivo ed oggi chiede giustizia per il loro amato Gunner.
foto credits: La Stampa