Per il cane Jolly Babbo Natale ha la divisa degli operatori del gruppo intervento operativo (Gio) Guardie Zoofile. Sono loro ad avrelo liberato da una situazione di estrema costrizione e degrado. Il poverino veniva tenuto rinchiuso in una gabbia all’interno di un capannone fatiscente di un’azienda. Non si capisce perché, oltre a essere recluso in quella maniera lo avessero in più legato con una pesante catena al collo.
Il piccino aveva per sé poca acqua e stantìa e giorno dopo giorno trascorreva il suo tempo in solitudine, al freddo d’inverno e sotto la canicola d’estate. Il suo proprietario, un anziano signore, sempre più impossibilitato ad accudirlo l’aveva mollato lì in quella situazione. La catena di un metro e mezzo a malapena? Ha detto di avergliela messa perché non potesse scappare, semmai ferendosi.
Quando ha visto gli operatori, il cane è impazzito di gioia poverino: “Alla vista degli agenti, il pelosetto, sembrava una molla impazzita di gioia, salti, abbai (minzioni di felicità) quasi avesse capito che era giunto il momento di cambiare vita. Dopo averlo liberato – raccontano su Facebook dall’associazione nazionale Agriambiente Torino – è iniziata la ricerca della sistemazione”.