Quel cane randagio era talmente amato nel quartiere in cui viveva nella città messicana di Los Mochis, che gli abitanti gli avevano dato non solo un nome, ma anche un cognome. Si chiamava Rodolfo Corazòn, ed era un cane di nessuno ma di tutti, libero ma accudito. E’ stato ucciso. Vigliaccamente, preso nel sonno e fatto a pezzi da un uomo armato di machete.
La morte del cagnolino ha suscitato una rivolta in città. L’autore del gesto asserisce che il cane – descritto come giocherellone e affettuoso – aveva morso la sua fidanzata. In realtà la stessa si è alla fine dichiarata estranea ai fatti. Le testimonianze, però, riportano che il quattro zampe al momento dell’aggressione fatale dormiva e non ha potuto difendersi, né fuggire.
Tutta la comunità è indignata. E’ stata anche organizzata una marcia cittadina per chiedere giustizia, e a livello istituzionale e politico ci sono state prese di posizione di netta condanna. Sul caso si è aperta un’indagine, che ha condotto a individuare il presunto responsabile del gesto. Lui, nel frattempo, si è costituito alle autorità confessando la sua colpevolezza.