Era il disgelo, nella Russia profonda dela regione di Magadan. Il mare ghiacciato iniziava a liquefarsi. Ma da due mesi, ormai, su quella lastra ghiacciata in fondo alla baia di Nagaev sopravvive un cane. Un puntino nero stremato. Abbandonato lì da una nave, nel mezzo del niente, ha atteso per settimane che tornassero a prenderlo, evitando di lasciarsi avvicinare dai pescatori che via via hanno tentato di soccorrerlo.
Gli uomini alla fine si sono rassegnati. Hanno continuato a lasciargli del cibo, così da sostentarlo. Ma adesso ecco il disgelo. Il cagnolino nero rischiava di affondare tra i flutti, o di rimanere isolato su una lastra trasportata alla deriva in mare aperto. Per lui sarebbe stata la fine.
La vicenda del cane nero sulla coltre bianca ha fatto il giro dei media russi, scatenando la commozione collettiva. Un’associazione animalista, però, ha deciso di andare a salvarlo. Il cane, ribattezzato Nerone, era deciso a rimanere lì nell’attesa vana di chi l’aveva abbandonato a morire. Dopo sei ore di tentativi, alla fine i volontari sono riusciti a catturarlo e a trasferirlo in un centro di riabilitazione.
Nerone ha continuato a non essere per niente d’accordo, dando prova di una fedeltà oltre l’immaginabile. In tutto ciò, ha sviluppato problemi comportamentali che adesso gli educatori della struttura stanno aiutandolo a risolvere. Una volta che si sarà tranquillizzato, per lui c’è già pronto il calduccio di una casa. Uno dei pescatori che per quei due mesi aveva tentato di dargli conforto rifocillandolo, lo terrà con sé.