Due amstaff a Olbia, una cagnolina meticcia a Cosenza: luoghi diversi ma stesso epilogo, per le tre creature morte sotto il sole di Ferragosto dopo che i loro umani le avevano abbandonate legate a inferriate e recinzioni. Così bloccate, le tre povere cagnette hanno finito per cuocere sotto il solleone. Ci hanno rimesso la vita.
A denunciare entrambi i fatti è Lega Nazionale per la Difesa del Cane (Lndc), che annuncia di voler seguire da vicino le indagini con il proprio team di legali. In particolare, l’associazione esprime perplessità sull’episodio di Cosenza. Qui, infatti, pare che la polizia municipale fosse stata avvisata della presenza di un cane legato a un’inferriata e in grave stato di sofferenza. Lndc vuol capire come mai gli agenti non siano intervenuti con tempestività, lasciando la quattro zampe a morire.
A Olbia, altro orrore. Era infatti incinta una delle due giovani amstaff abbandonate al sole, legate a una recinzione e morte in questo modo orribile. “L’abbandono di un animale, oltre che un reato, è già un gesto terribilmente crudele in sé – commenta Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection – ma quando ne deriva anche la morte è davvero la bassezza più grave che si possa commettere nei confronti di chi ci ha dato la sua fiducia e il suo affetto”.
“Nel caso di Cosenza – prosegue Rosati – sembra che la zona fosse sorvegliata da telecamere di sicurezza, quindi c’è la speranza di risalire al responsabile del decesso della povera cagnolina”.