La Sindrome di Cushing è una particolare patologia che colpisce il cane ed è caratterizzata da una presenza eccessiva di cortisolo nell’organismo, un ormone che può portare a diversi problemi di salute anche gravi.
Altrimenti detta iperglucocorticismo o iperadrenocorticismo, questa malattia ha una progressione molto lenta, quindi può dare l’impressione che sia possibile attendere per curarla, in realtà può portare a lungo termine gravi disturbi.
Se la Sindrome di Cushing deriva da un tumore surrenalico, può significare che questo è maligno e quindi va a generare delle metastasi nel corpo. Nel caso in cui invece questa sindrome derivi da un tumore dell’ipofisi, l’ingrossamento progressivo del cervello causato dalla patologia può provocare gravi disturbi neurologici.
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Le Cause
Per poter curare una patologia nella maniera più efficace possibile, è fondamentale sapere quali sono i fattori che ne causano il progredire.
Possiamo dire comunque che la causa più comune della Sindrome di Cushing è sicuramente una prolungata ed eccessiva somministrazione al cane di farmaci a base di cortisone.
Abbiamo detto infatti che questa sindrome è causata da un’eccessiva quantità di cortisolo nell’organismo e, nel caso di un abuso di farmaci a base di cortisone, tale sindrome viene definita iatrogena.
Un’altra condizione in cui si va a generare una produzione di cortisolo eccessiva è il caso in cui il cane soffre già di altre malattie e sono in questo caso le ghiandole surrenali a produrre il cortisolo: Parliamo in questo caso di Cushing spontaneo.
Il Cushing spontaneo può essere causato da un tumore della ghiandola surrenale oppure da un tumore dell’ipofisi. Tale ghiandola, infatti, regola proprio la produzione di cortisolo surrenalico.
I sintomi
Sembra quasi spontaneo pensare che a seconda delle diverse cause della Sindrome di Cushing si possano notare sintomi differenti. In realtà possiamo dire che i sintomi clinici, riferendosi alla sindrome più in generale, sono sempre gli stessi.
Ci sono quindi alcuni comportamenti del cane da tenere sotto controllo e, se si verificano in grande quantità, è sempre opportuno consultare un veterinario.
Un cane con la Sindrome di Cushing soffre spesso di affanno ed è riluttante a fare esercizio fisico. Allo stesso tempo però mostra un appetito e una sete che non corrispondono all’attuale stile di vita e che potrebbero insospettirti.
Importante sintomo è sicuramente l’aumento della glicemia ed un eventuale sviluppo del diabete seguito da un gonfiore dell’addome molto particolare che viene definito “a botte”, con cute poco elastica e sottile.
Considerando l’eccesso di cortisolo nell’organismo, un cane affetto da questa patologia è molto più predisposto a contrarre infezioni urinarie o della pelle rispetto a un cane sano.
Diagnosi e Cura
Nel momento in cui dovessi verificare la maggior parte di questi sintomi è fondamentale recarsi immediatamente dal veterinario per far prescrivere al proprio cane tutte le analisi del caso.
A questo punto il medico andrà ad eseguire diversi esami del sangue, delle urine, ma anche un ecografia e una TAC per verificare la presenza del tumore che provoca la Sindrome di Cushing.
Si consiglia di solito di eseguire questi esami tutti insieme perché ciascuno di essi preso singolarmente non è affidabile al 100%.
Di solito comunque si esegue un test di screening e solo a seguire un test di conferma. Nel momento in cui il veterinario avrà in mano tutte queste informazioni, potrà prescrivere una cura adeguata.
La terapia
La terapia scelta varia ovviamente in base alla tipologia di Sindrome di Cushing che ci si trova ad affrontare.
Sicuramente la versione più semplice da curare è il Cushing iatrogeno, causato quindi da un abuso di farmaci a base di cortisolo: In questo caso basterà eliminare tali farmaci e con il tempo la sindrome si risolverà da sola. Potranno volerci diversi mesi, perché l’organismo ha bisogno di smaltire il cortisolo in eccesso in maniera naturale.
Il cushing spontaneo richiede invece di essere trattato con interventi chirurgici oppure con farmaci appositi: Nel caso in cui la sindrome sia causata da un tumore della ghiandola sudenalica, bisognerà ovviamente a spostarlo in maniera chirurgica.
Se invece è causato da un tumore dell’ipofisi bisognerà eseguire un trattamento farmacologico che servirà quindi a inibire da parte della ghiandola surrenalica l’eccessiva produzione di cortisolo ed è un trattamento che andrà eseguito per tutta la vita.
In questo caso il cane andrà seguito a cicli periodici dal veterinario per determinare in ogni fase della sua vita il giusto dosaggio dei farmaci, così da mantenere l’equilibrio ormonale.
Altri rimedi naturali
Sicuramente un intervento chirurgico oppure l’utilizzo di determinati farmaci può avere conseguenze negative sull’organismo del cane, quindi la terapia ideale sarebbe ovviamente quella di cercare di risolvere questo problema utilizzando dei rimedi che siano il più possibile naturali.
La natura infatti offre diverse alternative per inibire in modo naturale il rilascio di cortisolo da parte dell’organismo.
Il tarassaco è sicuramente uno di questi, grazie alla capacità che ha di migliorare le funzioni epatobiliari, diminuire il colesterolo e il glucosio nel sangue e migliorare la qualità della pelle. Ma sicuramente il principale beneficio offerto da questa pianta sta nella sua capacità di normalizzare il funzionamento delle ghiandole surrenali.
Il Ginkgo biloba, allo stesso modo, aiuta a controllare la Sindrome di Cushing grazie alla capacità che ha di inibire il rilascio di cortisolo in risposta allo stress. Oltre a questo protegge il cane da malattie cardiache, ictus e ipertensione.
Infine non dimentichiamo le proprietà benefiche offerte dall’astragalo, una pianta dalle forti proprietà adattogene, che aiuta quindi a supportare il sistema immunitario e a stabilizzare la pressione sanguigna e con essa alla glicemia. Ovviamente il più grande beneficio di questa pianta è la capacità che ha di inibire il rilascio di cortisolo e quindi combattere l’iperadrenocorticismo.
In ogni caso prima di dare al tuo cane una qualunque di queste piante benefiche, è fondamentale consultare sempre il proprio veterinario per valutare insieme gli aspetti positivi e negativi di ogni terapia, sia essa farmacologica oppure olistica.