La mano dell’uomo sulla genesi del cane. Ufficialmente per migliorare le qualità di alcune razze.
Nella realtà una questione etica irrisolta. La sensazione che talora le “operazione” vengano condotte solo a scopo commerciale. E la certezza che non sempre (o quasi mai) venga fatto il bene dell’animale. Che l’uomo sia sempre stato un manipolatore delle altre specie è abbastanza evidente.
Da quando nelle campagne si accorse che bovini potenti agevolavano l’aratura, il lavoro e gli spostamenti coi carri, e si indirizzò verso incroci con animali che esaltassero queste qualità.
L’accoppiamento tra la giumenta (cavallo femmina) e l’asino ha dato origine al mulo, particolarmente adatto ai tragitti montani innevati o ghiacciati.
Lo stesso dicasi per il cane.
Un esempio su tutti, il bassotto.
Selezionato con zampe cortissime e una lunga schiena per agevolare la caccia degli animali da tana, ha una salute precaria della colonna vertebrale e un midollo spinale delicato.
Approfondiamo la (triste) questione dell’ingegneria genetica sui cani (e gli altri animali)…
Ingegneria genetica sui cani: dove comincia l’eccesso…
Cani sempre più minuscoli.
O al contrario sempre più grossi.
Esemplari che faticano a respirare e altri con problemi articolari evidenti fin dalla prima infanzia.
Condotte, quelle umane, che ne compromettono la salute, gli istinti primari e il modo di vivere.
Il chihuahua da borsetta o il maltese mini hanno ormai invaso le città.
Si tratta di cani ‘miniaturizzati’ che spesso non raggiungono i due chili (neanche il peso di un neonato umano) con tutte le conseguenze del caso.
All’opposto i cani giganti, possenti – Alani, bovari, san Bernardo, cani corso – quasi ingovernabili.
A parte la vita che si prospetta loro in appartamento, il gigantismo porta con sé anche problemi di invecchiamento precoce da non sottovalutare.
I cani di grande taglia vivono pochi anni (mediamente 7) perché più energia un corpo produce più radicali forma e più precoce sarà l’invecchiamento.
Genetica: è giusto manipolare il DNA animale per curare quello umano?
Dunque, il caso dei bassotti è emblematico, ma di certo non è il solo.
Cani con il muso talmente corto (detti brachicefali) da respirare male, come carlini o bulldog, possono incorrere in tali e tanti problemi perda comprometterne il benessere.
Per non parlare del pechinese, le cui caratteristiche sono state esaltate a tal punto da ‘accartocciare’ le vie respiratorie.
Lo stesso discorso vale per le razze feline.
Un esempio per tutti il gatto persiano, portatore di una serie dermatologici, di malattie dentali dovute alla conformazione del muso, di disturbi oculari con secrezione accentuata, di problemi oncologici e renali, e in generale di una tendenza alla morte prematura.
La polemica si riaccende ogniqualvolta arriva la notizia dei risultati di studi effettuati modificando il genoma animale.
Non nuova a questo genere di cose la Cina.
Che non si è esentata dall’ingegnerizzare prima dei maiali perché restassero piccoli, e poi dei beagle perché sviluppassero una notevole massa muscolare.
I ricercatori sono intervenuti per inibire la miostatina, proteina che limita la crescita dei muscoli.
La ricerca puntava a creare modelli animali di condizioni patologiche tipiche dell’uomo, come la distrofia muscolare, da utilizzare nella ricerca biomedica.
Ma impossibile non pensare ad altre inquietanti applicazioni, come quella della creazione di cani forzuti da impiegare in ambito militare, o di cuccioli creati su ordinazione da immettere in commercio.
Al di là delle “pie” giustificazioni, è evidente come l’ingegneria genetica sui cani e la manipolazione di tutte le razze animali da parte dell’uomo non abbia condotto a generazioni di “super soggetti”, ma solo a individui più “deboli” e malati del normale.
Un’altra prova di come l’uomo dovrebbe astenersi dall’entrare nel merito dell’eterne e inviolabili leggi di madre natura.
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