Lo shiba, chiamato molto spesso “shiba inu” (anche se la forma corretta è quella senza ‘inu’, perché in giapponese significa ‘cane’ ed è inutile inserire quest’aggiunta nel nome della razza), viene considerato un akita in miniatura sebbene ci siano alcune divergenze soprattutto estetiche. Di sicuro non è un cane molto diffuso in Europa, ma pur essendo una razza giapponese, a differenza di molte altre è abbastanza conosciuto in Italia anche se spesso confuso con altri cani simili. La sua storia non è certa, ma quello che si sa con certezza è che il suo carattere è davvero grandioso…
La storia e le origini dello shiba
Come detto, non sappiamo molto bene quali siano stati i progenitori dello shiba, né quale sia stata esattamente la sua storia passata. Quello che sappiamo con certezza è che è una razza giapponese particolarmente antica, regolarmente riconosciuta dalla Federazione Cinologica Internazionale, e che di sicuro ha delle radici in tempi molto lontani: sembra, quasi, che sia sempre esistito. Viene chiamato, in terra d’origine, anche semplicemente “cane piccolo” perché se il cane nazionale e in cui si identificano (in Giappone) tutti gli altri cani è l’Akita, è ovvio che lo shiba venga considerato una miniaturizzazione del cane per eccellenza. Il modo giapponese di interpretare le razze nazionali è molto differente rispetto a quello italiano: se molto spesso in Italia gli autoctoni non riescono a distinguere le proprie razze, scambiandole con altre, estere ma simili, in Giappone è difficile che si faccia confusione tra le razze nazionali che invece vengono sempre conosciute approfonditamente e considerate motivo d’orgoglio.
Anticamente, anche se non si direbbe, lo shiba è stato utilizzato come cane da caccia per animali di piccole dimensioni, anche uccelli: al giorno d’oggi, non gli è rimasto molto dell’istinto predatorio, ma sicuramente è rimasto tanto dell’agilità dell’epoca, necessaria per riuscire a catturare anche i più piccoli volatili. Un grande contributo per la creazione della razza così come la conosciamo ad oggi è stata data da un accreditato veterinario giapponese, il Dottor Saito, che fece distinzione tra gli accoppiamenti dei meticci del territorio e i veri, autentici e selezionati shiba. Grazie a questo attento lavoro, la razza acquisì finalmente un’identità vera e propria riconosciuta anche dagli stessi proprietari di cani e dagli appassionati. Intorno al 1930 venne fondato il Nihon Ken Hozonkai, un club che si occupava della selezione, dell’allevamento e della preservazione del cane nazionale giapponese, in quel periodo, appunto, lo shiba. Sarà anche grazie all’intervento del Nihon Ken Hozonkai che lo shiba, nel 1936, verrà riconosciuto come monumento e razza nazionale in cui il Giappone si identificava. Ovviamente questo contribuì enormemente al perfezionamento e alla selezione della razza, facendola diventare lo splendore che è oggi. Un successo che non accenna a terminare, naturalmente, soprattutto in terra d’origine: all’epoca però era inimmaginabile lo sviluppo incredibile avuto in questi anni ben oltre i confini nazionali, anche in Italia, dove lo shiba viene considerato dai cinofili un bellissimo cane ed è abbastanza diffuso per non essere un cane nemmeno europeo. In passato, soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale, la razza rischiò di estinguersi ma grazie al pronto intervento di appassionati ed allevatori, venne rimessa “in sesto” e diventò lo shiba così come lo conosciamo al giorno d’oggi.
Il carattere e la vita con lo shiba
È un cane tendenzialmente silenzioso, non tende ad abbaiare, un po’ come tutti i cani appartenenti alla sua stessa categoria. Talvolta succede che si metta ad ululare, come i siberian husky, ma è un cane che “non si sente“, dicono alcuni, proprio per via del fatto che anche mentre si impegna nelle attività di una volta (o comunque poco sfruttate sul suolo europeo) non emette il minimo suono, non abbaia ma si occupa soltanto coscienziosamente del suo lavoro: per questo, potrebbe essere considerato un cane adattissimo alla vita in appartamento, ma non bisogna decidere di acquistarlo soltanto per via del fatto che non abbaia mai, che non darà problemi con i vicini di casa, o cose di questo genere. Questo perché lo shiba ha comunque un carattere ed un’identità, tutto questo va compreso e rispettato e bisogna scegliere questo cane non per via della praticità, sicuramente significativa, legato al silenzio, ma bisogna anche rispettare pienamente il carattere dello shiba.
Ha bisogno che un po’ di cure e attenzioni vengano dedicate al manto, ma non ha bisogno di tutto questo grande impegno che spesso si pensa di dover dedicare al pelo. Per i bambini è un buon compagno, però bisogna ricordare che fin da piccolo ha bisogno di un’educazione attenta, come tutti i cani di questo genere: è un cane molto ostinato, permaloso e dal carattere forte, per questo motivo bisogna prestare una grande attenzione alla socializzazione e all’educazione sin dai primi mesi di vita. Non è il cane territoriale per eccellenza, però di sicuro si allarmerà nel caso in cui sentisse estranei introdursi nella propria dimora: con le persone che non conosce non è né troppo introverso né estroverso, semplicemente procede con molta calma senza eccessiva esuberanza.
E’ però l’esempio dell’equilibrio, un cane adorabile per chi sa gestirlo e per chi sa comprenderlo: però non bisogna mai dimenticare di non sceglierlo soltanto per la bellezza.