Il pastore tedesco è il cane più diffuso in assoluto in Italia, è il cane per eccellenza ed uno dei pochi la cui razza viene subito identificata da chiunque quando se ne incontra un esemplare: il concetto di cane è tutto concentrato in lui, perché intelligenza, addestrabilità, fedeltà, territorialità e spirito cacciatore sono solo alcune delle tante qualità che vengono riconosciute da tutti al pastore tedesco. Per questo è il cane preferito di molti e quello che generalmente si tende ad acquistare se non si hanno esigenze di taglia: ma non tutti hanno la capacità di gestire un cane così intelligente e di conseguenza con così tante esigenze.
Indice Articolo
Il pastore tedesco e i modi di chiamarlo
La storia del pastore tedesco è lunghissima, infinita, e non c’è né ci sarà mai la parola fine ad un lavoro di addestramento e selezione che non finisce mai. Il pastore tedesco affonda le sue radici verso la fine del 1800, quando Friedrich Emil Max Von Stephanitz stava mettendo tutto il suo impegno per dare vita ad una razza che mettesse al primo posto la versatilità, che fosse estremamente resistente sia alle intempiere e alla “vita quotidiana” sia allo sforzo in generale. Quasi tutte le particolarità che Friedrich Emil Max voleva inserire in questa nuova razza trovavano pieno riscontro nelle razze germaniche, di cui ovviamente non esisteva uno standard di razza preciso, e perciò iniziarono gli incroci con i meticci tedeschi del territorio, somiglianti al lupo (da qui “cane lupo”, perché se il cane discende dal lupo il pastore tedesco è il suo più vicino discendente), che iniziarono a dare ottimi risultati in termini di carattere. Molto tempo dopo, dopo uno sguardo attentissimo alla genetica, nel 1895 si affacciò al mondo Hektor von Linksrhein, il primo vero esemplare di pastore tedesco proprio come lo conosciamo al giorno d’oggi, che al compimento dei quattro anni di età venne riconosciuto come cane di razza nel primo club di appassionati fondato in onore del pastore tedesco, che solo successivamente ne avrebbe contati un’infinità anche amatoriali. Un’altra grande svolta nel riconoscimento del pastore tedesco come razza a sé stante si ebbe grazie a Herr Otto Kämpfedel, il responsabile del registro d’allevamento di questa razza, che decise di creare quello che solo dopo acquisì il nome di standard, il Körschein, che elencava tutte le caratteristiche morfologiche e caratteriali alle quali tutti gli esemplari di pastore tedesco, per definirsi tali, dovevano attenersi. Una storia così lunga ed intrecciata diede vita a tantissimi modi diversi di chiamare lo stesso cane: il più diffuso e presente anche ad oggi è il “cane lupo”, proprio perché apparentemente diretto discendente di quest’ultimo (anche se in realtà l’autentico lupo è il cane lupo cecoslovacco), in seguito pastore alsaziano per indicare gli esemplari a pelo lungo, che sebbene si sia tramandato come se si trattasse di una vera e propria razza all’epoca era legato all’onda antigermanica presente in Europa. Ma non bisogna mai dimenticare che l’unico modo reale per chiamare questa razza è lo stesso con cui lo chiama la Federazione Cinologica Internazionale: pastore tedesco.
Pastore tedesco carattere e allevamento
Il carattere del pastore tedesco, se si vuole essere molto brevi, è quello del cane per eccellenza: un cane che, come accade per il cane lupo cecoslovacco, deve e può essere plasmato dal proprietario che deve sapere come educarlo ed in seguito come addestrarlo. Adora avere degli incarichi e dei compiti da gestire, ama avere la mente impegnata e qualcosa da portare a termine, per questo l’addestramento non solo è indicato ma è anche preferibile nel caso del pastore tedesco. È un cane addestrabilissimo che impara molto facilmente, ma che se ritiene che gli ordini siano inutili, avendo una grande intelligenza, semplicemente non li esegue. Gli impieghi lo dimostrano: cane guida, cane poliziotto, cane anti droga, anti terrorismo e per la ricerca degli esplosivi, e tante altre attività che generalmente vengono dati a cani differenti. La socializzazione del pastore tedesco deve iniziare dalla tenerissima età, anche con i gatti e con gli altri cani, questo perché la razza succitata essendo particolarmente territoriale può sviluppare una certa aggressività intraspecifica. Non è un cane adatto a tutti per il suo carattere forte, e bisogna almeno faer in modo che la socializzazione venga effettuata dai cani di grande taglia che possano insegnare al pastore tedesco come affrontare la vita quotidiana: la gestione del carattere dev’essere sempre attenta, la socializzazione è importantissima e l’imprinting, ad opera dell’allevamento dal quale siamo andati ad acquistare il pastore tedesco, dev’essere qualcosa di sicuro ed imprescindibile.
La vita con il pastore tedesco significa tutto questo e molto di più, significa vivere con un cane dal carattere forte fondamentalmente incompreso perché considerato adatto a tutti, quando invece questo non è vero. Dal punto di vista della speranza di vita, si aggira intorno agli 8-10 anni: le malattie tipiche del pastore tedesco sono soprattutto legate alla displasia dell’anca e del gomito. La mielopatia degenerativa, che può portare i cani alla paralisi degli arti posteriori (per cui si rende necessario l’utilizzo del carrellino) è una malattia che colpisce più frequentemente il pastore tedesco in confronto alle altre razze. Tutto sommato però il pastore tedesco è un cane robusto, resistente e poco incline ad ammalarsi, non soffre particolarmente né il freddo né il caldo ma questo non significa che possa stare a picco sotto il sole o in giardino con temperature sotto lo zero.
Pastore tedesco dimensioni, peso e misure
Maschio: altezza 60-65 cm / peso 30-40 kg
Femmina: altezza 55-60 cm / peso 22-32 kg
Approfondimento:
– Come addestrare un pastore tedesco