In gergo è stata ribattezzata come “sindrome del cane nero”.
Eppure non si tratta di una malattia che colpisce i cani col mantello scuro.
Se non indirettamente.
Si tratta piuttosto di un atteggiamento tipicamente umano, uno stereotipo, che colpisce questi animali.
Vale a dire la tendenza di noi bipedi a eliminare da una possibile adozione i cani dal mantello corvino, rispetto a quanto avviene ai loro compagni di colore chiaro.
Esaminiamo i dati raccolti a riguardo e facciamo delle considerazioni…
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In cosa consisterebbe la sindrome del cane nero
Il termine è in circolazione dall’inizio degli anni 2000.
Il personale e i volontari dei canili hanno notato una permanenza prolungata dei cani neri.
Questo potrebbe dipendere da alcune circostanze:
- non attirano l’attenzione: i box dei canili sono poco illuminati e i cani neri vengono notati meno da chi vuole adottare
- non è facile fotografarli: se le foto non sono di buona qualità, i profili online dei cani neri saranno visitati meno volte, e quindi le richieste di adozione saranno minori
- il muso scuro rende più difficile interpretare le loro espressioni e molti futuri proprietari cercano una connessione immediata con i cani in adozione
- i peli scuri si notano di più in casa nel periodo della muta
- gli animali neri -cani e gatti- nella cultura popolare non di rado sono associati alla magia nera e ai cattivi presagi (si pensi al Gramo in Harry Potter).
Gli aspetti psicologici innescati dal colore del cane
Soffermiamoci sull’ultimo punto citato.
Riportando due interessanti studi condotti.
Il primo realizzato nel 2012 intenzionato a scoprire se i pregiudizi sui cani neri fossero davvero reali, e riportato dalla Dott.ssa Emily Weiss.
Lo studio aveva scoperto che il modo in cui i partecipanti percepivano i cani era “influenzato maggiormente dagli stereotipi interiorizzati sulla razza”, che non dal colore.
Ad esempio, un Labrador nero era percepito come “meno ostile, più amichevole, con un carattere meno dominante e più sottomesso” rispetto ad un Pitbull marrone o un Boxer dal mantello tigrato.
In questo caso, la percezione della razza era molto più importante del colore.
Il secondo studio, condotto nel 1998 sui cani neri in un canile degli Stati Uniti occidentali, sembrava confermare.
Per cui, il colore era uno dei fattori decisionali, ma di certo non quello determinante, durante la scelta di un cane da adottare.
In particolare, gli aspetti considerati sarebbero:
- razza: chi adotta preferisce i cani di razza pura
- taglia (che si sposi con le proprie necessità e lo stile di vita)
- età: si preferiscono i cani giovani
- storia (secondo lo studio, “alcune persone provano una certa avversione verso i cani randagi”)
- colore.
Si nota quindi come il mantello rappresenti l’ultimo parametro preso in considerazione.
Ma allora, se il colore non è poi così importante, perché la sindrome del cane nero persiste?
La Dott.ssa Weiss crede che alla base di questa circostanza ci sia una falla.
Vale a dire che semplicemente esistono più cani neri di taglia grande nella popolazione canina.
In altre parole, poiché nei canili sono presenti più cani neri, questo ci dà la percezione che vengano adottati meno frequentemente.
In effetti, alcuni studi supportano l’idea che i cani neri siano adottati con la stessa frequenza dei cani più chiari, con una percentuale proporzionata ai numeri della popolazione canina totale.
Tuttavia, altri sottolineano che non è l’adozione in sé ad essere messa in discussione per i cani neri, quanto piuttosto i tempi necessari perché essa avvenga.
La sindrome del cane nero è solo una leggenda?
La risposta, in merito agli studi e alle statistiche, non è affatto univoca.
Nel complesso, comunque, si reputa che siano soprattutto i cani di taglia grande, anziani e appartenenti a “razze pericolose” quelli che non riescono a trovare una casa facilmente, qualunque sia il loro colore.
Tuttavia, resta in piedi anche la questione delle “espressioni facciali”.
Le persone si connettono con i cani quando possono leggere le loro espressioni facciali. Ma questo è complicato nei cani neri. È più difficile umanizzarli e creare una connessione a livello emotivo.
Proprio per questo riteniamo sia nostro dovere che un cane è un individuo, che il suo colore ha poca importanza, e che anche un cane nero può far parte della nostra vita e diventare un meraviglioso amico per sempre…
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