Ogni 55 minuti, in Italia, un inquirente apre un fascicolo per reati contro gli animali e ogni 90 una persona viene indagata per fatti specifici. Sono circa 26 fascicoli aperti ogni giorno, quasi 9.500 ogni anno. Di questi, 5.850 hanno esiti processuali. Le pene? Troppo blande secondo le associazioni animaliste ma anche secondo il sentire diffuso.
Le proposte di revisione della normativa, risalente all’ormai lontano 1989, esistono eccome. Ma sono ferme nei cassetti delle stanze dei bottoni. Quella avanzata dalla Lav, ad esempio, è bloccata in Senato. Come tante. Ma fino a quando?
La legge oggi
Intanto rimane vigente la vecchia legge che non è male ma che oggi, con l’escalation dei reati contro gli animali, necessita di una revisione con innalzamento dell’asticella giuridica. La legge del 1989, ad esempio, ha elevato il maltrattamento di animali da contravvenzione a delitto, prevedendo anche la reclusione per i casi più gravi. Ha introdotto la perseguibilità dei combattimenti tra cani.
Tuttavia, ad esempio, non è prevista la confisca obbligatoria del cane o dell’animale al suo aguzzino, e proprio questa è una delle misure che la proposta di aggiornamento normativo chiesta da mesi dalla Lega anti-vivisezione punta a introdurre, così che vi sia la certezza che l’animale venga sottratto al proprio aguzzino.
All’obiettivo di maggior sicurezza per gli animali, Lav abbina quello di togliere ossigeno alle attività della criminalità organizzata che fa fior di affari sulle attività illecite con animali, dalle tratte di cuccioli ai combattimenti tra cani e altri animali addestrati al solo scopo di uccidere.
Pene più severe
Capitolo a sé quello delle pene, da inasprire. In particolare, la proposta normativa di Lav include la previsione di infliggere pene più severe a chi commetta violenze su cani e altri animali in presenza di minori. Altra richiesta che arriva dal fronte animalista è quella di introdurre il reato di strage di animali, così da contrastare ad esempio gli avvelenamenti con esche killer ed altri espedienti. Non vaga sensibilità ambientale è quel che si chiede, ma la definizione dell’animale quale soggetto di diritto.
L’intenzione di portare a dama l’adeguamento normativo, depositato prima dell’estate 2019, riscuote l’interesse del governo e del parlamento. Ma al momento, malgrado questo, nulla si muove.