Sono 585 cani e gatti che parlano dalla notte dei tempi raccontando la storia del loro rapporto con l’uomo con risvolti inediti. Sono i cani e i gatti rinvenuti sepolti nell’antico cimitero scoperto a Berenice, in Egitto, sulle sponde del Mar Rosso. Un cimitero tutto dedicato agli animali domestici ben 3.000 anni fa. La scoperta è sensazionale e riscrive parte dell’evoluzione della relazione tra uomini e pet, con i quattro zampe trattati nella civiltà egizia con estremi amore e rispetto.
Del resto Anubi, uno degli Dei venerati dagli Egizi, aveva proprio le sembianze di un cane, così come Bastet era divinità felina. I gatti, nell’antico Egitto, venivano considerati sacri. E a quanto pare si tendeva a tenerli con sé e ad accompagnarli con devozione anche dopo il trapasso. Gli scavi sono stati portati avanti dalla zooarcheologa Marta Osypinska dell’Accademia Polacca di Scienze. I cani e i gatti erano sepolti senza processo di mummificazione, rivestiti da tuniche e adornati con monili. Erano deposti in tombe singole, accucciati come nel sonno. Il sonno eterno.
Secondo gli studiosi il sito riportato alla luce attesta il legame tra gli Egizi e i loro animali più che domestici: proprio membri della famiglia e della comunità. I veterinari sono in molti casi riusciti a risalire alle cause della morte, rivelatasi in maggior parte avvenuta per investimento da cavallo. Berenice era un importante centro commerciale, le sue strade erano certo trafficate.