Con il loro fiuto i cani scovano patologie oncologiche, crisi insuliniche, complicazioni cardiache… perché non il coronavirus covid-19? Ad avere l’intuizione e avviare di conseguenza una sperimentazione sono stati i ricercatori dell’ente benefico britannico Medical Detection Dogs“, a Milton Keynes, insieme alla London School of Hygiene and Tropical Medicine.
Al MDD da tempo preparano i cani a distinguere e diagnosticare a fiuto varie malattie. Parkinson, infezioni batteriche, tumori di varia natura. Malaria, anche. Da qui l’idea di poter ridefinire il target dei cani sull’odore peculiare sviluppato dalle persone affette da coronavirus covid-19.
Uno dei cani del centro, la breton Freya, sembra pronta. I test di laboratorio sui tamponi dimostrano la sua capacità di individuare correttamente il tampone della persona positiva. C’è ancora lavoro da fare, certo, ma Freya è avanti rispetto ad altri suoi colleghi a quattro zampe che già sono in training.
La direttrice del MDD Claire Guest non ha dubbi sul fatto che i suoi cani possano diagnosticare attraverso l’olfatto il covid-19. Semmai, ha spiegato in una nota, la difficoltà sta nel raccogliere campioni evitando il contagio. Una volta addestrati, però, i cani potrebbero essere impiegati negli aeroporti o nei grandi spazi pubblici per identificare ad esempio i malati asintomatici in maniera del tutto non invasiva.