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Esche avvelenate: Cane muore nel bresciano dopo aver ingerito un boccone killer, trovati altri pericoli nella zona



Un cane è morto tra indicibili sofferenze a causa di un’esca avvelenata, un altro tragico episodio che ha scosso la comunità di Villa Dalegno, frazione di Temù, nel Bresciano. La vicenda è stata portata alla luce grazie alla denuncia dei proprietari dell’animale, che hanno assistito impotenti alla lenta agonia del loro compagno a quattro zampe. La situazione ha spinto i carabinieri forestali a intervenire prontamente con un’operazione di perlustrazione nei giorni scorsi.

Sul luogo del ritrovamento del cane, i carabinieri forestali di Ponte di Legno sono stati affiancati da un’unità cinofila antiveleno dei Forestali di Dervio (LC). L’area è stata minuziosamente esaminata per cercare tracce del boccone letale. E i risultati non hanno tardato a farsi vedere: sono stati rinvenuti diversi bocconi sospetti, disseminati su un’area di circa 1.000 metri quadrati.

L’analisi dei campioni prelevati dai militari ha confermato che le esche contenevano una sostanza tossica anticoagulante, comunemente utilizzata nei topicidi. Una sostanza che agisce impedendo la coagulazione del sangue, con effetti devastanti per gli animali che la ingeriscono. Fortunatamente, l’area è stata immediatamente bonificata, riducendo il rischio per altri animali, ma le indagini continuano a pieno ritmo.

Le autorità stanno cercando di risalire al responsabile di questo gesto crudele e pericoloso. Il rischio, infatti, non riguarda solo gli animali domestici: le esche avvelenate rappresentano una minaccia anche per la fauna selvatica e, in particolar modo, per i bambini, che potrebbero raccoglierle accidentalmente e ingerirle.

L’avvelenamento degli animali è un crimine grave, punito severamente dal codice penale italiano. Chi somministra sostanze velenose agli animali, infatti, rischia una condanna che va da 1 a 18 mesi di reclusione, oltre a una multa. In aggiunta, una recente ordinanza del Ministero della Salute, prorogata da poco, vieta l’uso e la detenzione di esche avvelenate su tutto il territorio nazionale, per proteggere la salute degli animali e della collettività.

Le indagini dei carabinieri proseguono, ma nel frattempo l’episodio ha sollevato ancora una volta il problema del crescente fenomeno delle esche killer, una minaccia che colpisce indistintamente animali e persone.

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