E’ di qualche giorno fa e sta facendo molto scalpore la notizia secondo la quale il Ministero della Salute avrebbe trasmesso una nota alle Regioni, alle provincie autonome e ad enti veterinarie, secondo cui nel nostro paese non sarebbe più possibile accogliere cani e gatti provenienti dall’Ucraina.
Dal 1 marzo 2022 L’UE aveva deciso di accogliere nei suoi territori i rifugiati in fuga dal loro paese insieme ai loro animali, ma la cosa aveva destato non poche preoccupazioni, a causa del rischio di contrarre la rabbia, malattia trasmissibile da animale a uomo.
Ciò ha spinto il Ministero ad adottare questa drastica misura. Il divieto di ingresso in Italia vale però solo per gli animali senza proprietario, quindi per cani e gatti dei rifugi, mentre tutti gli animali accompagnati dal loro proprietario possono entrare negli stati terzi, a condizione che possiedano questi requisiti:
identificazione di microchip;
vaccinazione antirabbica;
titolazione anticorpi rabbia superiore o uguale alle 0,5 UI/ml (iv) eseguita non meno di 3 mesi antecedenti alla data di ingresso nel territorio europeo.
Le reazioni delle associazioni animaliste non si sono fatte attendere. La misura varata dal Ministero è stata definita “discriminatoria e penalizzante”, considerando che questi poveri animali devono inoltre subire la paura dei bombardamenti.
Le associazioni chiedono “un intervento per consentire l’ingresso in Italia anche di animali provenienti dal rifugio o vaganti sul territorio e di emanare disposizioni secondo le quali i citati animali possano essere introdotti da un’Associazione riconosciuta”, ricordando peraltro al Ministro che non tutti gli animali ucraini sono sprovvisti di vaccinazione antirabbica e che, con le dovute precauzioni, vi è la possibilità di introdurli senza rischi per la salute umana.