Per la prima volta nella storia un colosso della tecnologia, Google, ha fatto causa a un uomo, Nchel Noel Ntse, per aver usato i suoi servizi per fini truffaldini.
Ai danni del camerunense l’accusa di avere promesso a centinaia di persone cuccioli di razza inesistenti, attraverso Gmail, inserzioni sponsorizzare, Google Voice, e altri strumenti promossi dal succitato colosso.
La truffa dei cuccioli di razza
La questione è degna di nota per diversi motivi.
Innanzitutto perché quest’uomo ha approfittato di una circostanza seria come il Covid.
La sua macchinazione è cominciata infatti durante il primo lock-down, quando forte da parte degli americani (ma anche di altre popolazioni) è stato il bisogno di condividere la vita (ormai forzata alla solitudine) con un 4 zampe.
Come a dire: ha fatto leva su una fragilità collettiva.
Poi perché per la prima volta si è sottolineato come i reati compiuti a mezzo web non siano da ritenersi come reati “minori”.
E lo diciamo anche in relazione ad altre condotte criminali, come l’adescamento dei minori in rete, la pedopornografia, l’istigazione al suicidio, e molti altri.
E non da ultimo perché si tratta di un crimine che ha come oggetto animali, un’altra circostanza che pare sempre attenuare -a torto- la gravità di un misfatto.
Google, nella citazione in giudizio, ha:
- sostenuto di avere speso oltre 75.000 dollari per indagare sulle attività di Ntse
- chiesto un risarcimento sia per tali spese che per il danno di immagine conseguente alle numerose segnalazioni per truffa
- stimato un guadagno illecito da parte di Ntse ammontante a ben un milione di dollari per cuccioli di fatto pagati ma mai ricevuti dagli ignari acquirenti.
Il business dei cuccioli di razza inesistenti
Agendo per vie legali Google spera di poter essere d’esempio, contribuendo a spogliare i truffatori di uno strumento fondamentale -la tecnologia necessaria a pubblicizzare i falsi annunci e ad avere poi contatti con le vittime.
Un business che negli Stati Uniti è aumentato esponenzialmente, come si diceva, in seguito al lockdown.
Che purtroppo non ha purtroppo portato ad adozioni consapevoli delle centinaia di migliaia di animali abbandonati n canili e spesso condannati all’eutanasia.
Anche in Italia, ovviamente, truffe di questo genere abbondano:
- annunci postati su siti che promettono cuccioli di razza a prezzi inferiori rispetto a quelli standard stabiliti da allevamenti autorizzati; ma si tratta spesso di animali provenienti dall’Est Europa, in condizioni di salute gravemente compromesse che inducono la morte dopo poche settimane
- esemplari pagati e mai consegnati.
Quello che speriamo è che la citazione a giudizio di Google possa condurre a un processo, e possa rappresentare un importante precedente.
Che valga per tutti e ovunque, Italia compresa…
Credits Foto: Pixabay.com