Una triste storia che viene da Parma e che dovrebbe far riflettere sull’utilizzo di tale strumento. Un cane è morto a causa del collare elettrico a cui il suo proprietario lo costringeva per evitare che abbaiasse.
La vicenda ha suscitato rabbia ed indignazione contro quell‘uomo che è stato infatti condannato dal giudice del tribunale di Parma per maltrattamento di animali in un procedimento penale in cui l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) si era costituito parte civile.
Ma andiamo con ordine. Il povero animale (un esemplare di bracco) era stato rinvenuto morto per strada vicino la tangenziale di Fontenallato, a Parma. Non presentava ferite da investimento, nè segnali tipici di avvelenamento. Il cane però indossava un collare elettrico e aveva del sangue che fuoriusciva dalla bocca.
Durante il dibattimento, l’allevatore ha ammesso di utilizzare il collare elettrico per impedire al suo cane di abbaiare. A seguito di un sopralluogo nelle sue proprietà in campagna è emerso che anche altri cani avevano il collare elettrico. «È conseguenza diretta — continua il giudice nella sentenza — desumere e concludere che il cane possa anche essere morto a seguito degli impulsi elettrici ripetuti, e con ogni probabilità incontrollati, dati da quel collare».
Il bracco era appartenuto in passato ad un uomo che lo aveva ceduto proprio perché aveva l’abitudine di abbaiare molto. Il nuovo proprietario ha pensato di risolvere il problema con un collare elettrico procurando così una sofferenza al povero animale che lo ha logorato fino alla morte. Il collare è risultato inoltre fuorilegge. Il giudice si è avvalso anche della perizia di un elettricista che ha stabilito che la scarica procurata da quel collare, fuorinorma, era di una intensità tale da provocare molto dolore all’animale.
Il giudice Giuseppe Monaco, ha cosi condannato in primo grado l’allevatore di 48 anni al pagamento di 6.000 euro di multa per maltrattamento di animali oltre al pagamento delle spese processuali e ai danni alla parte civile Enpa.
La presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi nell’occasione ha dichiarato: “Il collare elettrico è molto più diffuso di quanto si pensi ed è purtroppo acquistabile senza problemi. Si tratta di un vero strumento di tortura per gli animali ed è ora di dire basta e vietare la vendita anche di quelli con il marchio Ce. Questa sentenza crea un precedente che fa ben sperare, e per questo ringraziamo il giudice per la sua competenza e per la sua attenzione, ma non è abbastanza. C’è ancora tanta ignoranza sul tema del collari elettrici: dobbiamo dire con forza che usarli è illegale proprio perché rappresentano per i cani, sempre, una vera e propria tortura“.