Avete un cane e siete credente: cosa fate la domenica durante le celebrazioni?
Il cane in Chiesa lo portate o preferite lasciarlo a casa?
La questione è abbastanza spinosa, tra chi è assolutamente contrario e chi invece vorrebbe che fosse liberamente consentito l’accesso anche a Fido.
Ma come si esprime in tal senso il diritto canonico?
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Cane in Chiesa: la parola al diritto canonico
In realtà il sistema di Leggi che regola la Chiesa non si esprime chiaramente in merito.
La presenza di cani e altri animali nei luoghi sacri non trova menzione.
Quindi non sussiste né concessione né divieto.
Dunque, ogni luogo sacro può adottare un proprio regolamento interno e, come spesso accade in questi casi, vigono il buonsenso e la discrezione di chi vigila quel luogo.
Vale a dire il parroco.
È a lui che spetta decidere se il cane o altro animale può entrare nel luogo sacro durante le celebrazioni.
Qualora optasse per il divieto, avrà il compito di affiggere un cartello all’esterno.
Un po’ come accade per i Duomi della città, spesso anche attrattiva turistica, dove sono regolamentanti abbigliamento, norme di comportamento, so di dispositivi elettronici, etc.
Se l’accesso è consentito…
Insomma, ebbene si tratti di un luogo pubblico e aperto a tutti, è sempre al responsabile del luogo che spetta l’ultima parola (ad esempio Don Ruggiero Marini in quel d La Loggia in provincia di Torino ha deciso per il sì).
Fatta eccezione per i cani accompagnatori dei non vedenti.
Secondo le leggi n.36 del 1974 e n. 60 del 2006, questi cani hanno libero accesso in qualsiasi luogo, sia pubblico che privato, senza alcuna restrizione. Chiese comprese.
Qualora l’accesso in Chiesa sia consentito anche a tutti gli altri cani, bisogna comunque adottare un comportamento rispettoso:
- non gli sarà permesso scorrazzare lungo le navate
- non potrà ringhiare e abbaiare
- indosserà la museruola per scongiurare aggressioni (anche se “innocue)
- sarà tenuto al guinzaglio, per evitare che scappi o si allontani troppo
- sarà allontanato dai proprietari qualora mostri segni di insofferenza o inizi a disturbare.
L’ingresso dei cani in Chiesa: le ragioni di chi non li vuole
Se è vero che la decisione spetta al parroco, anche i fedeli hanno voce in capitolo.
Potrebbero essere loro a non volerli, perché:
- potrebbero essere fonte di distrazione durante la liturgia
- un ambiente così affollato potrebbe essere per loro fonte di stress
- possono provocare allergie a coloro che vi entrano in contatto
- ci sono persone che hanno la fobia di questi animali.
Certo, una cosa è la liturgia quotidiana (sebbene Don Giuseppe Rizzo abbia fatto di Lady il suo chierichetto speciale), altra le occasioni particolari.
In occasione di funerali o matrimoni è possibile prendere accordi diversi con il parroco, convincendolo ad accettare il cane in Chiesa in quella determinata circostanza.