La piometra nel cane si caratterizza per: presenza di pus in una o in entrambe le corna uterine; ispessimento dell’endometrio; possibile coinvolgimento del miometrio; aggiunta frequente di cisti.
Vediamo più nel dettaglio caratteristiche e trattamenti di questa affezione dell’utero…
Etiologia, incidenza e sintomatologia della piometra nel cane
Quando per lungo tempo un soggetto è esposto ad alti dosaggi di progesterone e batteri finiscono col colonizzare l’utero, compare la malattia.
In realtà il rischio aumenta ancora di più se prima dell’esposizione si è verificata una secrezione di estrogeni.
Rispetto all’incidenza, le più colpite sono le femmine adulte o anziane.
Tuttavia anche le giovani non sono immuni in caso di anomalie congenite come:
- mancata perforazione dell’imene
- persistenza del setto vaginale
- presenza di cisti ovariche secernenti
- patologie acquisite come vaginiti ed endometriti, o derivanti da trattamenti ormonali inadeguati.
Trattandosi di una condizione progressiva, i sintomi generali compaiono tardivamente, per cui la diagnosi non è né semplice né tempestiva.
Tra questi:
- abbattimento
- vomito
- diarrea
- anoressia
- poliuria, polidipsia
- ptosi addominale
- ipotermia in caso di shock settico
- ipertermia
- pus.
Quest’ultimo sintomo permette di distinguere:
- piometra aperta (65% dei casi): caratterizzata da secrezioni vulvari purulente più o meno abbondanti e lambimento frequente della vulva
- piometra chiusa (35% dei casi): il pus si accumula nella cavità uterina e non si osservano perdite vulvari.
Piometra nel cane: diagnosi e trattamento
Come ci si accorge che la propria cagna è affetta da piometra?
Innanzitutto ricorrendo ad un’ecografica, dalla quale è possibile evincere:
- utero ipertrofico
- ispessimento della mucosa
- presenza di cisti
- dilatazione generalizzata o localizzata del lume uterino per presenza di fluido
- ripiegamento delle corna uterine.
E poi ad esami di laboratorio, che possono mostrare:
- leucocitosi anche marcata
- presenza di polimorfonucleati immaturi
- possibile anemia
- possibile insufficienza renale
- urea alta con disidratazione
- ipoalbuminemia
- ipergammaglobulinemia
- acidosi metabolica.
La malattia si affronta chirurgicamente con ovarioisterctomia, a patto che le condizioni generali lo permettono, seguendo questo protocollo:
- correzione dello stato di disidratazione e di squilibrio elettrolitico.
- copertura antibiotica a largo spettro
- apertura del collo uterino grazie all’impiego della molecola aglepristone ed eventuale impiego di prostaglandine.
Le possibilità di guarigione dipendono dalle condizioni dell’animale.
In caso di esito positivo sarebbe opportuno:
- effettuare un controllo ecografico dell’utero al calore successivo
- far accoppiare la cagna al calore post-trattamento: infatti nel 20-25% dei casi si registrano recidive della piometra nel cane -per via del nuovo aumento del progesterone-, e la gravidanza sembra essere il migliore fattore protettivo (al contrario nella gatta è necessario evitare di stimolare l’ovulazione per 2-3 mesi).