“Notte sotto i ferri dopo il morso del pitbull”, “Il pitbull di casa aggredisce due sorelline”, “Due bambini aggrediti da un pitbull nel cortile di casa” sono solo alcuni dei titoli che abbastanza frequentemente compaiono su giornali e telegiornali e che ci restituiscono l’immagine di un cane killer: ma la verità è proprio questa?
Ad essere incriminati, oltre i già citati pitbull, anche corsi, rottweiler, e simili.
La cosa curiosa però è che nei bollettini del pronto soccorso sono per lo più segnalate ferite provocate da cani di piccola o media taglia, che però non giungono alla ribalta della cronaca per le ripercussioni più contenute del loro morso.
In definitiva, la presa mascellare dei cani sopra citati non è certo uguale a quella di un barboncino.
E non è nemmeno strano se si pensa che i terriers appartenenti al tipo “bull” sono stati selezionati dall’uomo proprio per il combattimento e la caccia in nome delle loro caratteristiche, che annoverano non solo vitalità e giocosità, ma anche una grandissima capacità di sopportazione del dolore (di cui hanno una soglia molto alta), e forte istinto di predazione.
È per questo che, se non sottoposti a training di condizionamento, questa razza può avere la tendenza ad attaccare gli altri animali.
Sfatiamo il mito del cane killer
Notevole presa mascellare, un coraggio non comune, forte istinto predatorio fanno necessariamente del pitbull un cane killer? Certo che no!
Le razze canine originate dalla natura sono sei, poi le evoluzioni genetiche, ambientali e l’uomo le hanno moltiplicate fino a superare quota 470.
Il pitbull è una di queste razze giovani, prive di fondamenti atavici. La sua personalità è plasmabile in qualsiasi modo. Così, non avendo un carattere di specie, attinge a quello del suo possessore e lo assorbe.
Dunque non esiste un cane pericoloso, esistono uomini pericolosi.
L’aggressività è frutto dell’ambiente e s’innesca in presenza di una frustrazione indotta, come possono essere la mancanza di cibo o i maltrattamenti.
Purtroppo assai spesso questi animali tendono ad attirare persone a loro volta frustrate e senza scrupoli (o senza cervello!).
Forse alla scelta di questi animali non sono estranee né le paure né le insicurezze dei nostri giorni, che spingono molto spesso a cercare l’affermazione personale non attraverso sé stessi ma per mezzo del cane.
E pensare che negli Usa i “terribili” staffordshire sono usati per curare pazienti con problemi psichici mediante pet-therapy, mentre in Francia invece i “feroci” rottweiler sono in forza alla protezione civile per cercare le persone disperse durante le calamità…
Insomma, è vero che i pitbull e le altre razze da combattimento sono in grado, per patrimonio genetico e costituzione fisica, di sviluppare una potenza maggiore di altre, ma è anche vero che l’aggressività stessa è frutto di un condizionamento, dunque non esiste alcun cane killer!