La Pet Therapy, o terapia con gli animali, rientra nel novero degli Interventi Assistiti con gli Animali.
La sua efficacia è garantita dalle esperienze positive che derivano dalla relazione uomo-animale, guidata da operatori adeguatamente preparati.
Riconosce come primario obiettivo quello di migliorare o mantenere lo stato di benessere fisico, psichico e sociale della persona, oltre che quello dell’animale coinvolto.
Vediamo insieme il ruolo svolto da quest’ultimo e quali sono le razze maggiormente adoperate.
L’animale nella pet therapy: ruolo e caratteristiche
Gli animali hanno l’innata capacità di stimolare la curiosità, riattivare le emozioni, catalizzare l’attenzione, aprire all’empatia e implementare relazioni.
La relazione con loro è priva di giudizio e spontanea.
Ma quali caratteristiche deve possedere un animale per poter essere impiegato in progetti terapeutici?
Innanzitutto deve trattarsi di animali domestici, e non piuttosto di specie selvatiche, poco adatte e propense alla relazione con l’uomo.
Anche tra gli animali addomesticati vanno selezionati quelli:
- più spontaneamente inclini al contatto positivo
- docili
- adattabili alla relazione con persone estranee e con difficoltà fisiche e psichiche
- privi di atteggiamenti fobici
- NON ansiosi
- NON aggressivi.
Dunque, aldilà della domesticità di una specie, non tutti gli animali sono adatti a questo tipo di interventi.
E ciò dipende dalle caratteristiche innate e dalla tempra di ogni singolo soggetto.
Le specie più usate nella terapia con gli animali
È molto comunque, quando si parla di terapia con gli animali, pensare all’impiego del cane.
In effetti questo, grazie alla sua capacità di approccio e spontaneità, alla sua capacità empatica e di collaborazione, viene impiegato nei più svariati ambiti di intervento: ospedali, case di riposo, centri diurni, ospedali, scuole, centri di riabilitazione, comunità terapeutiche e di recupero, carceri.
Eppure non è la sola specie coinvolta.
Ognuna, avendo particolari doti fisiche e attitudinali, offre diverse potenzialità:
- asino: l’onoterapia ha avuto origine in USA, Svizzera e Francia, e poi si è largamente diffusa. Si tratta di un animale forte, caldo e con organi sensoriali molto sviluppati, solitamente dal comportamento mansueto, paziente e docile
- gatto: per il suo forte spirito libero viene prevalentemente impiegato nelle attività con finalità ludico-ricreate e di socializzazione (grazie alla sua attitudine al gioco) in cui non è necessaria la prescrizione medica, piuttosto che negli interventi terapeutici che agiscono in sinergia con le terapie mediche tradizionali e sono prescritte dal medico. All’estero è molto utilizzato soprattutto come animale di reparto in strutture residenziali per anziani
- cavallo: l’ippoterapia è un’ottima strategia negli interventi di fisioterapia (i movimenti del cavallo ad andatura lenta nella loro configurazione tridimensionale corrispondono strettamente alla deambulazione umana). La relazione che si crea tra cavallo e utente durante il suo accudimento permette di sviluppare attenzione, interesse, autostima e senso di autoefficacia
- coniglio e porcellino d’India: sono considerati ottimi co-terapeuti grazie alla loro docilità e tranquillità, in grado di trasmettere calma, stimolare l’accudimento e l’osservazione del proprio comportamento
- lama e alpaca: grazie alla statura imponente e all’aspetto calmo e mansueto, se addestrati alla socievolezza e se ben istruiti, possono essere ottimi animali da terapia.
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