Il tumore al pancreas nel cane origina dalle cellule che secernono insulina.
Si tratta solitamente di una forma maligna, con presenza di metastasi (es. linfonodi regionali, fegato) già al momento della diagnosi in quasi la metà dei soggetti.
Anche se, fortunatamente, si tratta di un tipo di cancro poco comune nel cane.
Conosciamone più da vicino sintomi, diagnosi, e terapia…
Sintomi del tumore al pancreas nel cane
Generalmente la massa (di qualche millimetro di diametro) si localizza nei lobi pancreatici.
Pur non essendo stata dimostrata una predisposizione né di razza né di sesso, i più colpiti sono cani di taglia medio-grande di età adulta (9-10 anni).
Questo però non significa che i più giovani o i più anziani ne siano immuni.
Il primo segnale della malattia è l’ipoglicemia, data dall’eccessiva produzione di insulina.
Questa condizione a sua volta agisce sul sistema nervoso centrale provocando:
- neuroglicopenia, vale a dire carenza di glucosio nel cervello, che influenza la funzione dei neuroni e altera il comportamento di quest’organo
- il rilascio di catecolamine.
I sintomi della neuroglicopenia comprendono:
- crisi convulsive
- debolezza
- collasso
- atassia
- disorientamento.
L’eccessivo rilascio di catecolamine comporta:
- tremori
- fame
- nervosismo.
Solitamente i sintomi sono intermittenti grazie all’attivazione di meccanismi contro-regolatori che risolvono transitoriamente l’ipoglicemia.
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La diagnosi dell’insulinoma
Come detto, in caso di ipoglicemia associata ai sintomi su indicati clinici e in mancanza di altre anomalie negli esami di routine, va sempre preso in considerazione un tumore pancreatico.
Qualora poi:
- uno o più dei sintomi di cui sopra si manifestano dopo il digiuno o l’esercizio fisico
- al momento della manifestazione clinica la glicemia è inferiore a 50 mg/dl
- il sintomo migliora alla somministrazione di glucosio
una diagnosi siffatta è ancora più probabile.
Tuttavia, queste 3 circostanze compaiono anche in altre cause di ipoglicemia.
Per cui l’iter diagnostico è alquanto complesso, anche perché non c’è una metodica diagnostica che identifichi al 100% la presenza di un eventuale insulinoma.
Utili sono:
- l’ecografia addominale, almeno inizialmente, che ha però una sensibilità bassa (se negativa non permette di escludere la presenza dell’insulinoma)
- la tomografia computerizzata (TC), che permette di individuare la presenza di eventuali metastasi
- la risonanza magnetica (RM), utile nell’identificazione in particolare quegli insulinomi che non vengono visualizzati neppure dall’esame TC.
Opzioni terapeutiche dei cani affetti da tumore al pancreas
Come prima cosa occorre stabilizzare i sintomi acuti.
Poi si valuta la migliore opzione terapeutica.
L’intervento principe è l’asportazione chirurgica del tumore e delle metastasi, abbinato a terapia per ipoglicemia cronica.
Quest’approccio però è applicabile solo per cani con una singola massa resecabile.
In caso di masse non totalmente resecabili (nel corpo del pancreas) o di lesioni metastatiche, si effettua una citoriduzione (rimozione più estesa possibile di una massa che non può essere completamente esportata).
In entrambi i casi il tempo di sopravvivenza è maggiore rispetto a quelli in cui si interviene con la sola terapia medica.
Prima e dopo la chirurgia, e nei casi in cui l’approccio chirurgico non è fattibile, si procede con la terapia medica, che consiste in:
- dieta specifica: pasti piccoli e frequenti che contengano carboidrati complessi e fibre
- limitazione dell’esercizio fisico
- somministrazione di glucocorticoidi quali prednisolone a 0.25-0,5 mg/ml ogni 12 ore (con effetto iperglicemizzante); farmaci con azione citotossica verso le cellule ß del pancreas (Streptozocina) o che inibiscono la secrezione di insulina (Diazoxide o Somatostaina) devono essere utilizzati con cautela in quanto presentano maggior effetti collaterali.
Prognosi dell’insulinoma canino
Purtroppo, come detto, si tratta di un tumore per lo più maligno e metastatico, la cui prognosi a lungo termine è da riservata a scarsa.
C’è poi da considerare che esistono anche delle complicanze post-chirurgiche, quali pancreatiti e iperglicemia, che dipendono da:
- stadio di sviluppo della malattia
- esperienza del chirurgo nel maneggiare con delicatezza il pancreas e nel recidere il tumore
- localizzazione
- presenza o meno di metastasi funzionali
- adeguatezza della fluidoterapia prima, durante e dopo la chirurgia.
Qualora, dopo l’intervento, si sviluppi ipoglicemia persistente, la prognosi si presenta più sfavorevole rispetto a quella dei paziente che dopo la chirurgia risultano iperglicemici o normoglicemici.
Dunque, una patologia severa e infausta…
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