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Addestramento

Punire il cane durante l’addestramento: è utile?

Punire il cane


Molte persone pensano che addestrare il proprio cane sia esattamente come educare un bambino piccolo: se fa qualcosa di sbagliato, sgridata e punizione. Fermo restando che anche sull’educazione dei bambini ci sono tanti dibattiti in questo senso, sul discorso dell’educazione del cane abbiamo forse più certezze: gli esperti sono sicuri nell’affermare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ecco tutto quello che bisogna sapere sul punire il cane.

Punire il cane: ecco di cosa si tratta

La punizione viene in altre circostanze chiamata rinforzo negativo ed è, ovviamente, l’opposto del rinforzo positivo. Quest’ultimo, infatti, prevede di premiare il cane quando fa qualcosa di giusto, ma ignorarlo quando fa qualcosa di sbagliato. Tale metodo è il più accreditato in assoluto ma esiste anche un’altra strategia, che prevede proprio di punire il cane.

In realtà, se questo metodo educativo non è malvisto neanche da coloro che sostengono il rinforzo positivo, spesso viene usato nel modo più sbagliato in assoluto: proprio come faremmo con un bambino. Torniamo a casa, magari, dopo essere stati fuori a lungo, troviamo una marachella compiuta dal cane, lo sgridiamo e lo mettiamo in punizione.

In questo caso stiamo punendo e rimproverando il cane per un evento probabilmente successo molte prima, e dunque stiamo dando vita ad un meccanismo di frustrazione del cane, senza in realtà ottenere nulla di concreto nel suo addestramento né dal punto di vista educativo. Difatti l’animale non capirà assolutamente per quale motivo gli è stato fatto questo torto. Questo è solo un esempio: esistono altri modi di punire il cane che possono essere giusti ai fini dell’educazione, e che anche alcuni educatori cinofili mettono in pratica.

Punire il cane con la punizione positiva/negativa

Esistono due tipi di punizione: quella negativa e quella positiva. In realtà la più accreditata è assolutamente quella negativa. In quest’ultimo caso, bisogna privare il cane di qualcosa che desidera, nel contesto, ovviamente, educativo e di qualcosa di sbagliato che sta facendo. Però, quando mettiamo in pratica questa punizione, dobbiamo fare in modo che sia preceduta dal “NO“: infatti questo è solo un modo per insegnare questa parola al cane, ma, in pratica, non ha un altro tipo di utilità.

Esiste poi la punizione positiva che applica al cane una cosa che gli reca disturbo o fastidio: il cane attraversa questa esperienza sgradevole e si rende conto che ciò che stava facendo è sbagliato (anche in questo caso il NO è d’obbligo). Ovviamente non possiamo assolutamente mettere in pratica la punizione positiva attraverso il dolore fisico.

Bisogna però rendersi conto che, in qualunque dei due casi, si tratta ugualmente di punizioni e funzionano meglio se accompagnate dalla professionalità di un educatore cinofilo. Occupandocene da soli, rischiamo soltanto di confondere le idee del cane, oltre al fatto che si tratta di un tipo di punizione improntata sul ‘negativo’, e che quindi svolge tutt’altro tipo di effetto rispetto al rinforzo positivo.

Ad ogni modo ricordiamo sempre che non bisogna mai intraprendere da soli un percorso educativo, soprattutto se con metodi forti, e bisogna rivolgersi sempre all’educatore cinofilo.

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