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Cani da allerta diabete: amici salvavita



Uno dei più grandi doni di Fido è il suo naso.

Sappiamo che il fiuto di un cane debitamente addestrato è in grado di scovare praticamente qualsivoglia odore.

In più di una circostanza gli amici a quatto zampe vengono adoperati per scovare malattie, o per aiutare gli umani che ne sono affetti.

Come nel caso dei cani da allerta diabete.

Secondo un recente studio dell’Università di Bristol, infatti, il fiuto di cani appositamente addestrati è in grado di percepire eventuali crisi ipo o iperglicemie imminenti e comunicarlo tempestivamente al padrone, rendendo così più semplice la vita quotidiana di chi convive con questa condizione.

Vediamo nel dettaglio lo studio di cui sopra…

Lo studio inglese sui cani da allerta diabetica

Sulla rivista scientifica Plos One sono stai evidenziati i risultati di uno studio nel quale cani addestrati a fiutare le variazioni di glicemia del sangue sono riusciti ad avvisare nell’83% dei casi i loro padroni col diabete di tipo 1 di un episodio di ipoglicemia in atto (su un totale di circa 4.000 casi).

Il Dottor Nicola Rooney, coordinatore dello studio, riferisce che il pregio di questa ricerca è l’ampiezza dei casi riportati, che avalla quella di altri studi già condotti in scala ridotta.

Per un lasso di tempo di 6-12 settimane, ogni volta che il cane da allerta dava il “segnale d’allarme” il padrone doveva sottoporsi a un prelievo di sangue, per verificare i valori effettivi della glicemia.

E, se necessario, assumere insulina o mangiare qualcosa per innalzare i livelli di zucchero.

Nel complesso è risultato che la sensibilità verso gli episodi di ipo e iperglicemia è assai maggiore rispetto a quanto emerso dagli studi su scala inferiore.

Ovviamente le prestazioni individuali dei cani sono variabili, e ciò dipende da almeno tre ordini di fattori:

  1. un’attenta selezione del cane: le razze  coinvolte nello studio sono state principalmente Golden Retriever, Labrador, Cocker Spaniel, Staffordshire Bull Terrier e Yorkshire Terrier. La selezione avviene presso allevatori esperti. Ciò non toglie che si possono utilizzare anche meticci, provenienti da canili: la selezione, in questi casi, deve verificare l’equilibrio psicologico e comportamentale
  2. un buon allenamento, sia iniziale che continuo nel tempo
  3. un consolidato rapporto cane-padrone.

Addestramento dei cani per pazienti diabetici

Un cane DAD, oltre a segnalare la presenza di una crisi ipoglicemica, deve imparare a svolgere molti compiti:

  • portare oggetti nelle mani del proprio utente, come il kit di controllo della glicemia, liquidi e/o bevande richieste, etc.
  • raccogliere da terra chiavi e altro
  • non deve allontanarsi e distrarsi davanti ad altri cani o fonti di interesse secondarie
  • aprire le porte e allertare i famigliari, in caso di bambino e che l’allerta avvenga di notte.

Questo significa che i percorsi sono molteplici, mirati e di alto contenuto.

E infatti l’addestramento prepara il cane seguendo due specifiche modalità:

  1. la parte olfattiva, finalizzata a segnalare la crisi ipoglicemica dovunque l’utente si trovi: vengono adoperati tamponi o roller di cotone che, imbevuti della saliva del paziente, vengono usati per mostrare al cane cosa cercare, come raccoglierlo di modo che il campione non venga contaminato, e come deve avvenire la conservazione
  2. la parte comportamentale.

Ovviamente una preparazione così impegnativa non può essere concentrata in poco tempo.

Infatti, le fasi di scuola si differenziano in base dell’età del cane e la durata varia:

  • con un cucciolo il periodo può durare anche 18 mesi
  • a 15/18 mesi serve un anno circa.

Al termine della preparazione i cani vengono sottoposti a certificazione da enti terzi.

Il contributo dei cani da allerta contro il diabete

In Italia questa disciplina cinofila è ancora poco conosciuta.

Per facilitarne la diffusione è stata fondata l’AICAD, l’Associazione Italiana Cani Allerta Diabete, riconosciuta come onlus.

E si stanno sviluppando progetti sul territorio di Torino e provincia con l’ausilio di alcuni enti ospedalieri e di specialisti diabetologi (ad esempio, presso l’ospedale San Luigi di Orbassano).

Naturalmente, il cane DAD non si sostituisce né agli strumenti di controllo della glicemia né tanto meno al personale sanitario.

Ma è un’importante presenza nella vita degli adulti e soprattutto dei bambini affetti da diabete mellito che hanno così la possibilità di avere, oltre che la segnalazione dell’allerta ipoglicemica, anche quei valori e contributi emotivi forti e unici che solo un cane può dare.

Senza dimenticare, e questo alle famiglie e ai pazienti viene spiegato ampiamente, che anche nei confronti dei cani da allerta è fondamentale il senso di responsabilità, le attenzioni e l’allenamento quotidiano, il gioco, le uscite con qualsiasi condizione meteo per i bisogni fisiologici, le passeggiate, e tutto quanto permette ad un animale di avere una vita appagante e soddisfacente.

Un po’ glielo dobbiamo, no?!

Credits Foto: Wikimedia.org

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