Una fase 2 anche per i canili: per gli ospiti dei rifugi le associazioni di volontari chiedono al ministro per la salute Roberto Speranza di sbloccare le adozioni. Volontari e operatori sono allo stremo. Durante l’emergenza coronavirus molte sono state le cessioni, numerosi i cani e arrivati in un box ormai orfani dei loro proprietari. Ma a un numero di ingressi lievitato, è corrisposto il blocco delle adozioni soprattutto da una regione all’altra.
E poi ci sono i cani rimasti nel limbo: scelti, voluti, praticamente adottati, il lockdown li ha sorpresi ancora nei box nel bel mezzo del perfezionamento delle pratiche burocratiche di adozione. E lì sono rimasti. Senza famiglia. E le famiglie che li attendevano sono senza il loro affetto.
Il problema, secondo l’appello della fondatrice di Save the Dogs Sara Turetta, affligge soprattutto i cani trattenuti forzosamente al sud ma adottati in realtà a nord. Per loro ci sono cucce pronte e pappe a disposizione in case che li attendono con amore. Invece questi cani rimangono condannati a freddi box in cui vanno avanti a stento, dovendo convivere in situazioni di affollamento sempre maggiori. Fino a quando? Le associazioni dicono basta.