Era il 2017. In provincia di Cosenza, a Sangineto, quattro giovani torturano a morte un cagnolone bianco, randagio, e poi lo impiccano per finirlo. Filmano tutto. Postano su Facebook quel video in cui sghignazzano delle grida di dolore e paura di quel cane.
Quel cane è stato chiamato Angelo. La sua barbara uccisione un simbolo. I quattro sono finiti a processo e condannati. Oggi da tutto quello strazio nasce un fiore. Nel pieno centro di Foggia apre La casa di Angelo, un luogo d’amore destinato alla cura e al recupero di animali in difficoltà che poi possono essere adottati.
Il progetto è nato con l’autorizzazione e la collaborazione istituzionali e delle autorità sanitarie, ma a dargli gambe – pardon: zampe – sono volontari dell’associazione Guerrieri con la Coda che si occupano di salvare dalla strada cani malati, curandoli e cercando per loro una famiglia e tanto amore. Contro l’odio patito da Angelo e da troppi altri come lui, l’amore può.