L’abbandono è ancora una piaga, una piaga da debellare a tutti i costi. È frutto di un retaggio culturale retrogrado che concepisce gli animali come oggetti, privi di anima, coscienza e soprattutto, emozioni.
Un cane abbandonato riporta un trauma difficilmente curabile, perché i cani ci amano. Si affezionano e non smettono di amarci per tutta la loro vita, nonostante li trattiamo male, sia chiaro!
Ci sono dei periodi dell’anno dove i veterinari lavorano di più: lavorano per salvare vite, povere anime lasciate su strada col rischio di morte. Ad esempio i periodi estivi, dove i cani che arrivano sono provati da giorni di fame e sete. È quello che è accaduto a Piccola, una cagnolona nera arrivata gravemente ferita nell’ambulatorio della veterinaria Eva Fonti, ma lei è una delle tantissime.
“I cani abbandonati che arrivano a visita nel mio ambulatorio sono spesso provati da giorni di fame e sete. Il cosiddetto istinto di sopravvivenza, del resto, ha dei limiti! Dovete sapere che se abbandonate un cane che era abituato ad avere le ciotole di acqua e cibo a disposizione, perché è appunto un animale domestico, e poi è stato buttato in mezzo alla strada… beh di certo non si trasforma magicamente in un essere autonomo in grado di procacciarsi cibo e altre risorse!
I cani che arrivano negli ambulatori dopo un abbandono hanno i segni di un trauma psicologico ben evidente, quando non hanno anche segni di maltrattamenti o di ferite che si sono procurati nel loro “soggiorno in strada”
I veterinari come prima cosa cercano di rifocillare gli animali con soluzioni a base di vitamine, zuccheri, essenziali quando il cane è stato privato di cibo e acqua.
Vengono poi lasciati in osservazione se presentano patologie che necessitano di operazioni o cure più importanti.
Ma dopo?
Beh dopo i cani finiscono in gabbia… I canili sono pieni di anime salvate da strada che ora cercano casa, di nuovo.
Ci auguriamo che tutto questo possa finire presto e che gli animali in difficoltà possano trovare riparo che non siano le sbarre di un canile.