La storia di questo cane di nome “Pip”, racconta di umani senza un briciolo di sensibilità e di intelligenza emotiva. Un’altra delle tante storie che invadono quotidiani e social, ma con un bel lieto fine.
Pip da quando era arrivato nella sua nuova famiglia adottiva, era stato messo in una voliera, cioè in una gabbia per uccelli, come se fosse un souvenir, qualche metro di terreno per poter girare in tondo e poi Pip, secondo i suoi umani, aveva tutto: una cuccia fatiscente calda in estate e fredda in inverno e una ciotola con dell’acqua. Così, come un carcerato.
Pip mangiava poco perché era visibilmente magro. Inoltre era solo, ogni giorno della sua vita.
Un bel giorno però un volontario si accorge della sua presenza e decide di cambiare le cose: il ragazzo chiede alla famiglia di portarlo con sé e questa, in accordo lo lascia andare. Era chiaro che Pip non fosse poi così desiderato, ma stava per ricevere una nuova vita.
Il ragazzo, di nome Peta, si rende subito conto che quello che non mancava a Pip era la voglia di socializzare, di giocare e interagire. Troppo tempo aveva passato solo chiuso in gabbia, ma ora una nuova vita lo attendeva!