Alcuni cani, non “nascono randagi”, ma è come se lo fossero perché vivono abbandonati a se stessi, senza amore, senza cure.
Questo è il caso di questo cane, di razza Barbone color nero, che ha vissuto tutta la sua vita in catene e maltrattato. Qual’è la sua colpa? Perché un essere vivente deve essere trattato così?
Quando una donna, viene a sapere della sua condizione, si reca sul posto: il piccolo era abbandonato in mezzo rifiuti e lamiere, aveva due ciotole vicino a sé ma entrambe vuote, senza acqua né cibo. Era sporco, il suo pelo aggrovigliato e la sua aria triste e infelice. Aveva un nastro verde al collo come a segnalare “non sono abbandonato, vivo proprio così”.
La donna ha subito preso in carico il cane, portandolo via con sé, ripulendolo e fornendogli pasti adeguati.
Oggi il piccolo vive con lei e non potrebbe essere più felice: dopo 10 anni passati con la catena al collo, in una vita fatta di stenti, senza aver mai giocato con una palla, oggi è libero. La donna racconta di un cane curioso e vivace che si meraviglia per ogni cosa, come fosse ancora un cucciolo. Una storia strappalacrime che ci fa capire l’importanza della cura e dell’affetto per i cani.