Dog.it | Portale dedicato al mondo del cane e ai dog lovers
Storie

Cane randagio sceglie il pianerottolo di un negozio come casa e viene adottato

storie di cani


La storia che vi raccontiamo oggi riguarda un cucciolo randagio che purtroppo, com’è facile intuire, non ha avuto una vita semplice.

Durante il suo girovagare, il povero cucciolo ha deciso di fermarsi in un posto ben preciso, ovvero sul pianerottolo di ingresso di un negozio di abbigliamento nel Centro Storico di Tampico, in Messico. I gestori dell’attività si sono mostrati molto cordiali con lui, che non ha mai dato problemi, anzi si divertiva ad intrattenere gli ospiti.

Hanno iniziato poi a dargli del cibo e dell’acqua nonchè una coperta per dormire, e così, giorno dopo giorno, il cucciolo, chiamato poi El guero, è diventato la vera e propria mascotte del negozio.

Tutto il personale lo ha preso a cuore e non gli ha di certo fatto mancare coccole e attenzioni.

Scegliere quel pianerottolo è stata davvero la scelta migliore che potesse fare il cane, e i negozianti che hanno deciso di aiutarlo e adottarlo hanno avuto davvero un grande cuore.

Un giorno, un fotografo di nome Jonathan, lo ha fotografato e ha raccontato la sua storia online sui social network, per farla conoscere anche a chi non frequentava la zona.

“Che bello che ci siano aziende che prendono così sul serio la consapevolezza degli animali”, hanno scritto in un commento.

Leggi anche:

Ti accompagno all’altare poi potrò andare. Vola sul ponte dopo il matrimonio della sua umana

aggiornamenti

Otto cani e due cuccioli liberati dal casolare degli orrori a Martina Franca. Un cucciolo non ce l’ha fatta

Monica Nocciolini

Torna a casa e presenta ai genitori il suo nuovo amico, uno splendido cerbiatto

Michele Urbano

Il Bulldog piange ogni giorno quando gli umani vanno a lavoro, allora gli fanno un regalo

Stefania Di Carlo

Dimostra 13 anni ma ne ha 3: il cane Pulce è cresciuto da recluso

Monica Nocciolini

La storia di Debora la volontaria che adotta solo cani anziani: “Non voglio vederli morire in canile”

Michele Urbano