L’ingestione accidentale di qualche sostanza tossica e letale è un cruccio per tutti i proprietari di cani.
Allo stesso modo dell’eventualità di un (vile) avvelenamento doloso.
Una delle sostanze incriminate è il glicole etilenico: un pericolo abbastanza concreto, dal momento che è uno dei maggiori componenti dei comuni antigelo.
Vediamo insieme cosa comporta l’avvelenamento da glicole etilenico nel cane e negli altri animali, e com’è possibile intervenire…
Sintomi e caratteristiche dell’avvelenamento da glicole etilenico nel cane
I gatti sono più sensibili al glicole etilenico rispetto ai cani: la dose letale minima nel gatto è 1,4ml/kg, nel cane si aggira attorno ai 4,4ml/Kg.
Tuttavia la percentuale di cani avvelenati da glicole etilenico è più alta rispetto a quella dei gatti.
Il sapore dolciastro di questa sostanza attira gli animali che, una volta leccato, cominciano a presentare sintomi più o meno gravi, fino alla morte.
L’assorbimento a livello intestinale è molto rapido, soprattutto se lo stomaco è vuoto.
Dopo appena 3 ore dall’ingestione vengono raggiunti i livelli di massima concentrazione a livello di plasma e fegato, e in misura minore di reni e stomaco.
L’avvelenamento da glicole etilenico nel cane è caratterizzato da tre fasi:
- dopo 30 minuti dall’ingestione e per 8 ore: si possono manifestare vomito, poliuria/polidipsia (soprattutto nei cani, mentre nei gatti si ha piuttosto poliuria), a volte atassia
- dopo 8 fino a 24 ore post ingestione: si presentano acidosi, depressione del sistema nervoso, aritmie cardiache, ipotermia, fascicolazioni e, a volte, coma
- dopo circa 25-72 ore dall’ingestione: si evidenziano oliguria (riduzione della eliminazione di urina) e in alcuni casi anuria, associati ai sintomi tipici dell’uremia (ulcere a livello di cavità orale, scialorrea, vomito, anoressia, crisi convulsive).
Diagnosi nell’intossicazione da glicole etilenico nei cani
Di fondamentale importanza, come in tutti i casi di avvelenamento, è la diagnosi precoce.
La gas cromatografia, che misura quantitativamente la quantità di glicole etilenico nel sangue, è l’esame d’eccellenza per la diagnosi.
Il problema di questa metodica sono gli elevati costi e il lungo tempo di attesa per i risultati.
In alternativa esistono metodi indiretti per la valutazione:
- l’aumento di anion gap
- l’iperosmolarità
- l’elevata concentrazione di urea e creatinina
- l’ipocalcemia
- la presenza di cristalli di ossalato di calcio nelle urine
- l’incremento di ecogenicità della corticale e della midollare renale, con una diminuzione della stessa a livello della giunzione cortico-midollare, tramite ecografia addominale.
Prognosi dell’avvelenamento canino da glicole etilenico
La prognosi dipende molto dal tempo di insorgenza dei vari sintomi e da quanto è passato dall’ingestione: gli animali messi in terapia allo stadio uno hanno una prognosi molto favorevole, al contrario degli animali messi in terapia allo stadio tre, i quali hanno una prognosi riservata/infausta.
Se sono passate poche ore dall’ingestione bisognerà decontaminare lo stomaco, quindi una lavanda gastrica tempestiva o l’uso di emetici saranno fondamentali, limitando l’assorbimento del glicole etilenico.
Anche il carbone attivo dato per via orale può essere utile in questi casi.
Entro le 8 ore dall’ingestione saranno efficaci anche alcuni antidoti in commercio.
Il farmaco d’eccellenza è il Fomepizolo, usato nel cane ad un dosaggio iniziale di 20mg/Kg per via endovenosa e poi a scalare.
Nei gatti i dosaggi sono molto più alti (125mg/kg come dosaggio iniziale e poi a scalare).
La prognosi è buona se la terapia con Fomepizolo viene iniziata tra le 8 e le 12 ore dall’ingestione nel cane, ed entro 3 ore nel gatto.
Se non fosse disponibile questo farmaco si può iniziare la terapia con l’etanolo al 20%.
Attenzione invece che le due cose non vanno assolutamente adoperate in associazione.
La fluidoterapia è importante per la disidratazione, l’equilibrio elettrolitico e per la diuresi. In associazione talora alla vitamina B.
A volte è indicato anche l’uso di diuretici per favorire l’escrezione dei metaboliti attraverso il rene.
In alcuni casi può essere indicata l’emodialisi o la dialisi peritoneale in caso di insufficienza renale acuta.
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