Nei casi più gravi di insufficienza renale gli unici interventi salva-vita sono l’emodialisi e il trapianto di rene nel cane.
Tuttavia, mentre in America ci sono diverse cliniche in cui si attua quest’ultima procedura, mentre in Italia non è possibile per legge (è stato fatto solo a titolo sperimentale).
Andiamo a vedere i motivi alla base di questa delicata vicenda…
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Le questioni etiche che scoraggiano il trapianto di rene nel cane
Il trapianto è una procedura chirurgica che consiste nella sostituzione del rene malato con il medesimo organo sano prelevato da un altro cane.
Ed è questo il primo problema: una questione etica.
Nella medicina umana la donazione di organi è su base volontaria e viene fatto firmare un foglio di consenso informato.
In veterinaria questo non è chiaramente possibile.
In America, normalmente, i donatori sono cani (o gatti) di parenti o amici del proprietario del ricevente.
Tuttavia, il timore che si possa innescare un mercato nero con cani e gatti allevati per diventare “fonte” di organi da trapianto, non è così remota.
Ecco la ragione per la quale in Italia (e quasi tutta Europa) non è consentito.
Quello che si potrebbe fare è “obbligare” il proprietario del ricevente ad adottare il donatore, in caso questi non ne abbia uno.
Ma resterebbe comunque la circostanza che ad essere tutelato sia il benessere del ricevente, ma non quello del donatore.
Perché il trapianto non viene praticato: le questioni mediche
Il secondo ordine di questioni è medico.
Nei trapianti veterinari l’incidenza di rigetto cronico per problemi vascolari è davvero notevole.
Il problema consiste in fenomeni di tromboembolismo.
La sopravvivenza media nei cani trapiantati è di 24 giorni, con un minimo di 15 e un massimo di 100.
Ciò rende impraticabile questa strada.
Questa specifica circostanza, però, potrebbe essere determinata dalla mancanza di tempestività e dallo stadio della malattia.
Nella quasi totalità dei casi il trapianto di reni nel cane viene richiesto quando questi è ormai in stadio terminale.
E invece il trapianto andrebbe tentato quando le condizioni generali dell’animale non sono ancora così gravi, altrimenti è ovvio che non potrà sopportare un trapianto.
Anzi, l’animale deve essere sano e senza altre patologie (verranno eseguiti molti test, tra cui screening per le malattie cardiache e i disturbi di coagulazione del sangue).
Infatti in America i requisiti per i quali cani e gatti vengono sottoposti a trapianto sono:
- inizio della perdita di peso
- inizio dell’anemia
- mancanza di responsività alla terapia.
Altre questioni non secondarie che scoraggiano il trapianto
Si aggiungano poi altri fattori, come:
- il rischio elevato di complicazioni (sia in sala operatoria che fuori), come infezioni, coaguli, emorragie, cicatrizzazione dell’uretere (il tubo che porta l’urina dal nuovo rene alla vescica)
- il possibile rigetto del nuovo rene (e quindi il ritorno dell’insufficienza renale)
- la necessità di un’attentissima cura farmacologica con immunosoppressivi nel post-operatorio: quindi, un impegno che consiste nella somministrazione del farmaco due volte al giorno, senza omettere che l’uso prolungato della ciclosporina richiede un monitoraggio periodico del sangue e aumenta purtroppo la probabilità di sviluppare cancro
- il costo del trapianto: possono oscillare da 10 a 20 mila euro, cui si aggiungono i costi degli immunosoppressivi a vita (per la ciclosporina, il più prescritto, si spendono circa 120 euro al mese).
In conclusione, la possibilità di un trapianto di reni nel cane è davvero molto remota: ecco perché più facilmente si viene indirizzati verso l’emodialisi.
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