Penso che ognuno sia alla ricerca di un equilibrio che lo aiuti a stare bene. Non so se lo si raggiunga mai pienamente ma, per quanto mi riguarda, lo immagino come una fune che ondeggia a volte vertiginosamente, rendendo molto reale il rischio di una caduta fragorosa, altre volte, invece, dondola lentamente, quasi cullandomi nella serenità dei momenti più piacevoli. La maggior parte delle volte però si configura come una corda tenuta da mani vivaci che, scuotendola velocemente, producono una serie di piccole onde rapide dando luogo così ad un equilibrio instabile. Prima che l’uragano Daisy entrasse nella mia vita stavo cercando di creare delle buone routines, che mi aiutassero a rimanere in piedi un po’ più saldamente su quella famosa fune.
Così, ho iniziato ad informarmi per cercare di avere un’alimentazione più sana, trovare del tempo da dedicare a me stessa per leggere, guardare film, scrivere e praticare sport in modo più costante. Proprio nel momento in cui percepisco un nuovo equilibrio, spesso capita (o faccio capitare) qualcosa che lo destabilizza, forse per evitare di annoiarmi (non è consigliabile prendere sonno sopra la fune!).
Nel mio caso, in quel periodo, avevo avuto l’opportunità di fare l’ennesimo trasloco (con il grandissimo e preziosissimo aiuto dei miei amici, che non si sono ancora stancati di seguirmi di casa in casa, aiutandomi a portare scatoloni e la mia scarpiera nera, grossolanamente scotchata e trasportata con le scarpe all’interno!).
Mi sarei però trasferita ad una condizione: la proprietaria doveva accettare che prendessi un cane, altrimenti nulla! Insomma, stavo già assaporando l’arrivo di Daisy e lo sconvolgimento del mio instabile equilibrio. Dopo i primi giorni di assestamento, in cui tutti i miei buoni propositi legati alle routines si sono smaterializzati nel nulla perchè i riflettori erano tutti puntati sulla cucciolina, ho provato poi a riprendere le care buone vecchie abitudini. Una di queste, a cui ero particolarmente legata, era lo yoga mattutino. Per chi mastica un po’ di terminologia propria di questa pratica, capirà cosa intendo quando dico che la posizione del “Cane a testa in giù” si è trasformata, con la partecipazione di Daisy, in un “Cane a testa in giù con capelli mozzicati da un cane vero”.
Daisy ovviamente trovava molto strane e divertenti le pose che assumevo durante la pratica e voleva dare il suo contributo ad ogni costo. Il mio attimo di serenità pre-lavoro si è quindi trasformato in una giocosa lotta con un cagnolino che mi saltava addosso, si posizionava sul tappetino a morsicare il suo orsacchiotto preferito, come se tutto il pavimento attorno fosse inaccessibile, proprio come nel gioco “The floor is lava!”.
Insomma, il mio relax mattutino è stato soppiantato spesso da risate sonore per gli agguati improvvisi di Daisy. L’equilibrio che cercavo ha assunto quindi una forma diversa, sicuramente un po’ meno armonica ma senz’altro più ricca e speciale perchè formata da due individualità che, destabilizzandosi a vicenda, correndo, saltando, stavano imparando ad appoggiarsi l’una sull’altra per trovare il giusto bilanciamento.
Fine Capitolo 11
(settimanalmente Federica ci racconterà un capitolo della sua vita con Daisy)
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