Una delle domande che si pongono spesso durante delle conversazioni leggere tra persone è: “Ma tu sei più un tipo da mare o da montagna?”
Ecco, parlando di me stessa farei fatica ad identificarmi in una delle due alternative perchè, a seconda dell’umore, della situazione, delle persone con cui mi trovo, mi capita alcune volte di preferire una giornata in spiaggia in relax mentre altre volte un’impegnativa camminata nella serenità del verde della montagna.
Riguardo Daisy, invece, non ho alcun dubbio: è decisamente una “cagnolina da montagna”! Fin da piccola sono stata subito sorpresa dalla sua resistenza nelle passeggiate in salita: era un piccolo batuffolo di pelo che zompettava con un’agilità naturale tra ciottoli, radici che spuntavano dal terreno e terriccio. Se ripenso, invece, alla prima volta in cui siamo state insieme al mare, le caratteristiche appena descritte lasciano il posto a una generale sensazione di disagio. La spiaggia dove siamo state era costituita da sabbia soffice e calda, che è stata subito molto apprezzata da Daisy, la quale, come potete ben immaginare, ovviamente ha subito iniziato a scavare delle grandi buche. Data questa sua propensione, ho dovuto trovare un posto a una debita distanza da altre persone, per evitare che qualcuno si trovasse sulla sua traiettoria di lancio della sabbia. Dopo averla fatta sfogare con questa sua attività preferita, ci siamo quindi avviate verso la battigia, dove le onde arrivavano lentamente fino a sfiorarle le zampette. Si è subito mostrata un po’ infastidita da quella sensazione di umidiccio addosso ed è scappata nuovamente verso la sua adorata sabbia. Utilizzando qualche giochino, che veniva lanciato verso il mare, ha accettato di muovere alcuni micro-passettini nell’acqua, non certamente contenta. Altre volte, attratta da qualche cagnolino più coraggioso incontrato sulla riva, sbadatamente entrava ancora in contatto nuovamente con quell’elemento non troppo gradito. Ad un certo punto ho deciso di optare per la terapia d’urto e così ho preso in braccio Daisy e, spingendomi un po’ oltre la riva, l’ho inizialmente adagiata dove poteva poggiare le zampettine sul fondo e, successivamente, dove non toccava. Facendomi seguire attirandola con un bastoncino, Daisy ha così iniziato a nuotare “a cagnolino”, sbattendo velocemente le zampette. E’ stata un’emozione vederla destreggiarsi in acqua senza che la tenessi! Piano piano ci siamo poi avviate verso la riva, sulla sicura spiaggia. A quel punto, probabilmente per asciugarsi, ha iniziato a strusciarsi sulla sabbia con forza, affondando inizialmente il musetto e poi strofinando anche la schiena, fino a diventare una cucciolina panata!
Fine Capitolo 8
(settimanalmente Federica ci racconterà un capitolo della sua vita con Daisy)
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