“Cane gratuito. Mi chiamo Scooter. Il mio proprietario è in prigione”: così recitava il bigliettino posato accanto al cagnolino abbandonato legato a un cassonetto e trovato per caso da una coppia intenta a fare shopping. Era il 2017 in Carolina del Sud, e quel piccino lasciato così vicino al centro commerciale intenerì il cuore della coppia.
I due immediatamente liberarono il cucciolo e chiamarono l’associazione South Eastern Homeless Animals (Seha). L’intento era quello di leggere il microchip e verificare la proprietà del cane, trovando poi per lui una sistemzazione comoda e sicura. “Si vedeva che era un animale amato e curato. Era pulito, privo di parassiti e aveva con sé in una borsa i balocchini, le coperte e un sacco di crocchette senza glutine. Il suo collare, poi, era piuttosto costoso”, raccontano i soccorritori.
Letto il microchip, la presidente dell’associazione Paula Langford decide di contattare il poliziotto che aveva arrestato il proprietario di Scooter. Da lì, ecco il retroscena. Sì: Scooter era davvero un cagnolino amato. Il suo proprietario dopo l’arresto era preoccupatissimo per l’amico peloso, e lo aveva affidato a dei conoscenti perché gli riservassero il miglior trattamento. Evidentemente non era stato così. Allora Paula chiamò la madre del detenuto. Lei ha accettato di accogliere il cagnolino che, così, è tornato a casa.