L’hanno chiamato Lazarus, quel cane risorto dal sepolcro in cui lo aveva intrappolato il suo stesso pelo. Colpa dell’incuria, il povero cane non si alzava nemmeno più, schiacciato da 15 chili di peso della pelliccia che gli era cresciuta addosso da persone che lo trascuravano. Veniva tenuto in un fienile piccolino, stremato dalla fatica e dall’oppressione di tutto quel peso di pelliccia. Praticamente abbandonato, visto che la porta di quel suo riparo-prigione era bloccata da feci e sporcizia. Chi lo ha visto racconta che paresse una pecora, povero Lazarus. Invece lui era un pastore dei Pirenei di circa 7 anni.
Tosato da una volontaria che con la sua squadra lo ha salvato e portato via da quello stabbiolo a Nashville, nel Tennessee, Lazarus col pelo rasato pareva davvero risorto. La storia? Triste. Il suo proprietario gravemente ammalato lo aveva affidato al suo vicino di casa perché, intanto che lui si ristabiliva, lo accudisse. Invece costui se ne era sostanzialmente dimenticato in quel bugigattolo ad ascoltare il rumore della sua pelliccia che cresceva a dismisura fin quasi a soffocarlo. Per anni. I volontari sono stati allertati proprio dal proprietario del cane, che per qualche motivo deve essersi insospettito.
All’arrivo dei suoi liberatori, Lazarus ha sgranato gli occhioni non sapendo cosa gli sarebbe capitato. Una volta compreso che quei nuovi arrivati volevano solo aiutarlo li ha riempiti di baci. E’ stato trasportato al Big Fluffy Dog Rescue, in Virginia. I volontari raccontano di un cane mite, dolce, sempre con il timore di essere sgridato o punito al punto che, quando gli portano la carne fresca, lui sgrana gli occhi stupito e spaesato nell’incertezza che sia davvero per lui.